I Flusso93 ci raccontano in esclusiva il loro nuovo singolo “Ghiaccio sulla pelle”.
Il processo creativo dietro “Ghiaccio sulla pelle” sembra essere stato molto intenso e ispirato. Potete raccontarci un momento specifico durante la produzione del brano che vi ha particolarmente colpito o influenzato?
La parte più impegnativa è stata senza dubbio la raccolta delle reference track. Riuscire a conciliare le idee di tre persone (considerando anche Evan) non è sempre un compito facile. Successivamente, la fase di messa a punto ha richiesto ulteriore ingegno creativo. Paradossalmente, il testo è stato la cosa meno impegnativa: è nato di getto durante una delle nostre solite serate in auto, girando sotto i lampioni e ascoltando musica. Sembrava che ci fosse un libro aperto, che aspettava solo di essere letto e trascritto da noi.
La vostra musica è fortemente influenzata dalle sonorità degli anni ’80 e ’90. Quali sono gli artisti o le band di quei decenni che vi hanno maggiormente ispirato e perché?
È la musica che passava in radio quando eravamo piccoli e che, per la prima volta, ci ha fatto dire: “Wow, da grande voglio farlo anche io”. Poi gli anni della nostra adolescenza sono stati quelli del boom della musica rap, quando molti artisti sono passati dall’underground al mainstream, facendoci innamorare di questo genere. È come se, in una partita a carte, avessimo scelto tutti gli assi da cento mazzi diversi per usarli in una sola mano. Ovviamente la ricerca stilistica nella realtà non termina mai ed è sempre in evoluzione.
Il videoclip di “Ghiaccio sulla pelle” è stato definito un’aggressione visiva che si combina perfettamente con la vostra musica. Come è stata l’esperienza di lavorare con Adriano Giotti e quale messaggio volevate trasmettere attraverso le immagini?
Lavorare con Adriano è sempre molto stimolante per noi. Ha la straordinaria capacità di riuscire ogni volta a cogliere perfettamente il messaggio che vogliamo trasmettere, trasformando la nostra musica in immagini coerenti, rendendo tutto un’unica opera. Volevamo che il videoclip rappresentasse la nostra essenza e il mood in cui desideriamo immergere gli ascoltatori, creando un ponte tra passato e modernità, tra ricordi e presente.
Essendo un duo nato tra i banchi di scuola, come pensate che la vostra esperienza condivisa durante quegli anni abbia influenzato il vostro percorso musicale e il vostro stile artistico?
L’esperienza tra i banchi di scuola e l’amicizia consolidata nel tempo ha fatto emergere le nostre diversità, ma soprattutto ciò che ci accomuna: a livello artistico, certamente, la preferenza per determinate sonorità e strutture, il connubio con la musica rap e le tematiche. Questo ha influenzato profondamente anche la nostra stessa essenza, plasmando non solo il nostro stile musicale, ma anche il modo in cui vediamo il mondo e ci relazioniamo con esso. Abbiamo imparato a valorizzare le nostre differenze come fonte di ispirazione, utilizzandole per arricchire la nostra creatività e dare vita a un suono unico che rappresenta pienamente chi siamo. Insieme, siamo riusciti a creare una sintesi perfetta tra le nostre esperienze personali e la nostra passione condivisa, trasformando le nostre storie in musica.