Il cantautore Napodano ci parla del suo nuovo disco dal titolo “Non ci sono + i cantautori” e di “Quando cade un dente”, primo singolo estratto dall’album, adesso in rotazione radiofonica.
Hai menzionato che “Non ci sono + i cantautori” è stato un album scritto, composto e registrato in tempi brevissimi. Qual è stata la tua fonte principale di ispirazione durante questo processo creativo così rapido?
Un concerto, una piccola esibizione fatta a Bruxelles a metà dicembre. Abbiamo suonato alcune mie canzoni in semi acustico e sono rimasto folgorato talmente tanto da quel sound da decidere che le canzoni successive sarebbero state concepite proprio in quella maniera.
“Quando cade un dente” è stato scelto come primo singolo estratto dall’album. Puoi condividere con noi il significato e l’ispirazione dietro questa canzone? Come si lega al resto del materiale presente in “Non ci sono + i cantautori”?
Il legame di ogni mio brano, a prescindere dalla scelta della produzione musicale, è legato ai testi che sono sempre per me la parte più divertente della composizione. Mi diverte e mi dà piacere scrivere i testi e cercare sempre soluzioni eleganti, metaforiche, innovative, a volte desuete di utilizzare le parole. “Quando cade un dente” è secondo me un ottimo esempio per rappresentare questo mio piacere; è una canzone tanto metaforica quanto al contempo diretta e comprensibile.
Hai avuto esperienze musicali e di vita in giro per l’Europa prima di stabilirti in Belgio. In che modo queste esperienze hanno influenzato la tua musica e il tuo approccio alla composizione?
La fame è brutta. Quando giravo parecchio, lavoravo soltanto come pianista; poi qualche tempo dopo, in un locale, mi offrirono il doppio della paga se avessi portato qualcuno che cantasse e visto che in quel periodo avevo il reverbero nel frigorifero, proposi di cantare e di prendere tutto il cachet. Poi piano piano ci ho preso gusto e ho unito la passione per la musica a quella per la scrittura ed ecco la magia.
Puoi raccontarci di più sul legame tra la tua musica e l’adozione dei ratti? Come è nata questa connessione e in che modo ha influenzato il tuo percorso artistico e la tua creatività?
Volevamo un animale domestico e io ero indeciso tra i ratti e una capra di montagna. Poi mi sono ricordato che abito in pianura ed ho optato per i ratti. É stato amore a prima vista: sono sociali, indipendenti, orgogliosi e intelligentissimi, quindi molto affini al sottoscritto, e mi sembrava il minimo dedicargli almeno una canzone!