Conosciamo in esclusiva l’interessante lavorazione de “Il cinema non si ferma”, il primo film di finzione al mondo realizzato in smart-working durante il lockdown di marzo-aprile 2020. A farci da “ciceroni” il regista Marco Serafini, l’attrice Paola Lavini e il produttore e ideatore del film Ruggero De Virgiliis.
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Un esperimento originale che unisce la tradizione italiana della commedia a episodi con una produzione innovativa che ha sfidato e vinto il Covid durante il tragico lockdown del 2020… semplicemente da casa.
Il film nasce come un atto di resistenza quando è iniziato il lockdown nel mese di marzo. – esordisce il produttore e ideatore del progetto Ruggero De Virgiliis – Nel momento in cui è cominciata tutta la tragedia del coronavirus ci siamo trovati scioccati perché i set erano stati chiusi. L’idea è stata quella di fare un film su questa tragedia sotto forma di commedia. Il riferimento narrativo che ci siamo dati è stata una serie televisiva chiamata “Il metodo Kominski”, dotata di un umorismo molto pungente e basata sul dialogo, poiché la situazione ci impediva di avere particolari picchi di azione. Non abbiamo marcato molto l’aspetto grottesco o tragicomico, ma abbiamo cercato di raccontare ciò che “entrava dalla finestra”, ovvero dalla vita, in un modo un po’ pungente. Abbiamo avuto un team i sceneggiatori meravigliosi, coordinati da Stefano Piani, che hanno dato al film un apporto strepitoso. Con tutta la produzione siamo riusciti a mettere insieme un metodo di lavoro che ci permettesse di girare durante il lockdown in un orizzonte temporale molto breve. L’idea, infatti, era che questo progetto avrebbe avuto senso farlo finché eravamo tutti chiusi in casa.
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Il film, che abbiamo recensito in un precedente articolo, è composto da 8 episodi interpretati da un ricchissimo cast che comprende, fra gli altri, Maria Grazia Cucinotta, Kaspar Capparoni, Nicolas Vaporidis e la coppia Remo Girone-Paola Lavini. Questi ultimi, protagonisti dell’episodio “Il modulo”, raccontano attraverso una videochiamata il complesso rapporto tra un padre e una figlia, usando come pretesto l’ormai celeberrima autocertificazione, all’epoca soggetto a mutevoli e tempestive variazioni. Il mio episodio credo sia molto divertente, – esordisce ai nostri microfoni Paola Lavini – tutto ruota intorno a una figlia che, avendo la stampante rotta, chiede al padre, che abita vicino, di stampargli l’autocertificazione. Ma il mio papà è completamente imbranato in materia, per cui scoppiano tra noi delle situazioni molto divertenti; arriviamo anche a piangere perché ci diciamo, attraverso questa difficoltà, le cose vere della vita; perché poi sono gli episodi di stress, come quelli in cui ci troviamo adesso, che fanno venire fuori la vera rabbia interiore che ha una figlia verso il padre e un padre verso una figlia, ma tutto con toni di ironia, di commedia e con un happy end finale.
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Ma esploriamo l’avventuroso backstage de “Il cinema non si ferma” in questa nostra esclusiva video-intervista:
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