Il budget è croce e delizia alla base di ogni cosa. Determinare i costi, le risorse da investire, in relazione ai risultati previsti per un determinato obiettivo, può penalizzare o addirittura sostenere più del previsto un progetto da realizzare. Nel mondo del Cinema l’importanza dell’incasso, del ritorno economico per chi investe in un film, si affianca (o si contrappone) alla mission artistica del prodotto che si sta realizzando, che sia d’autore o nazional popolare. Lo spirito di adattamento alle risorse a disposizione è una questione di necessità, ma anche stimolo per la genialità. “Pierino contro tutti” ne è un’esempio lampante
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Era il 19 settembre 1981 quando Pierino contro tutti usciva nelle sale italiane. Un film semplice, basato su una serie di sketch rielaborati dalle famose barzellette su Pierino: un bambino pestifero, furbo e ironico, protagonista di tante storielle divertenti adorate dai bimbi italici. Marino Girolami, prolifico regista attivo sin dagli anni ’40, trovò il giusto equilibrio per realizzare una commedia “sexy ma non troppo”, adatta al pubblico delle “poliziotte” e delle “soldatesse” ma anche alla semplicità e all’immediatezza del pubblico infantile.
Nonostante i bassi costi di produzione, visibile nella limitatezza degli effetti scenici e nella fotografia elementare, il film si rivelò un grande successo di pubblico e uno dei maggiori incassi del 1981, con un bottino di circa dieci miliardi di Lire. Un risultato che fece infuriare Sergio Leone, icona dello spaghetti western, che, presente alla prima del film, uscì dalla sala infuriato vedendo il pubblico ridere a crepapelle alle battute “grossolane” di Pierino.
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Pierino contro tutti ha generato ben due sequel (Pierino colpisce ancora (1982) e Pierino torna a scuola (1990)) e una serie di filmetti apocrifi che sfruttavano il nome del pestifero bambino come richiamo per il pubblico. Pierino contro tutti è diventato il simbolo della commedia sexy italiana e ha creato un mondo originalissimo citato e parodizzato ancora oggi, a distanza di quarant’anni.
Ma come ha fatto un film così semplice, grossolanamente comico, a diventare un pilastro della commedia italiana?
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Oggi, spesso, si dice che l’horror sia la soluzione ai budget risicati. Far ridere, a volte, non è considerato economico. Servono fondi per far ridere, soprattutto se la comicità deve essere fisica, slapstick: universalmente compresa ma eccessivamente sfruttata, che necessita di qualche soldino e di qualche effetto in più per non risultare convenzionale e scontata come scivolare su una buccia di banana.
Ma la commedia può essere economica, anzi l’economia di mezzi può diventare il motore per far partire quella genialità dettata dal senso di adattamento. Ne sono esempi proprio le commedie sexy degli anni ’70 e ’80: poco scollacciate ma con una comicità che fonde la parola allo slapstick più elementare.
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Se la sceneggiatura è facilmente adattabile ai problemi di budget, la qualità tecnica è sicuramente l’aspetto che viene più colpito dall’investimento ridotto. Come fare per mascherarlo? Sicuramente puntando sulle risorse interpretative e musicali. Queste ultime, se scelte con cura, soppiantano la povertà di mezzi con il talento e la passione.
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In Pierino contro tutti, Alvaro Vitali è un esempio lampante, qui per la prima volta protagonista assoluto dopo diversi anni di affiancamento a Lino Banfi e Renzo Montagnani. L’attore romano, supportato dal caratteristico costume creato da Silvana Scandariato, ha dato al personaggio il suo fisico palesemente adulto e il suo animo da ragazzino. Una figura chiaramente fuori luogo nella classe popolata completamente da ragazzini, ma che non risulta posticcia ne fastidiosa, ma ben inserita nel contesto demenziale delle vicende narrate. Anche il maestro Berto Pisano, autore della semplice ma indelebile colonna sonora, ha donato il cuore musicale a questo piccolo film, con una melodia fischiettata e un testo (aggiunto nel film successivo) che invocano alla spensieratezza esasperata, a godersi la vita con gioia fin che si può.
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A distanza di quarant’anni Pierino contro tutti rimane il simbolo di una cinematografia continuamente citata e omaggiata in tutte le forme mediali, dalla letteratura al Cinema, dalla televisione al web. Un film che ha nobilitato la barzelletta come strumento cinematografico economicamente efficace sia a livello di risultato che di investimento, come ampiamente dimostrato dal vanziniano Le Barzellette (2004) e dal ventennale programma televisivo Mudù.
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