L’inquinamento e la nostra salute stanno attuando un accordo pericoloso. L’Agenda 2030 al punto 13 si pone come obiettivo quello di provvedere a intervenire sul cambiamento climatico; mentre al punto 3 si pone l’obiettivo di tutelare la salute entro il 2030. Basteranno solo nove anni per sviluppare e correggere questi 17 obiettivi così complessi e tanto necessari?
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. In questo meraviglioso progetto, sono inglobati 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in un grande programma d’azione per un totale di 169 traguardi. L’avvio ufficiale degli obiettivi comuni per lo Sviluppo Sostenibile ha avuto inizio nel 2016 e nell’arco dei 15 anni successivi i 193 Paesi si sono impegnati per raggiungerli entro il 2030. Obiettivi comuni significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui, nessuno deve essere escluso ,o lasciato indietro lungo il percorso che dovrebbe portare il mondo verso la sostenibilità. In questo articolo non voglio puntare l’attenzione su ognuno dei 17 punti del progetto, bensì vorrei focalizzare solo i punti 3 e 13.
Il punto 3 ha come obiettivo: “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”. Nonostante i sostanziali progressi che la medicina ha fatto negli anni garantendo una migliore aspettativa di vita, un diffuso rispetto delle norme igieniche e la riduzione dell’incidenza di alcune malattie (malaria, tubercolosi, poliomielite …), sono necessari ancora molti sforzi per affrontare le diverse questioni relative alla salute ancora presenti e persistenti. Infatti, pur essendosi ridotta la mortalità infantile, ogni anno continuano a morire più di sei milioni di bambini prima del compimento del quinto anno d’età, soprattutto nell’ Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Anche la mortalità materna post parto si è ridotta ma, nelle Nazioni in via di sviluppo è ancora più alta rispetto alle Nazioni più sviluppate. Non meno importante è la riduzione della natalità nelle Nazioni sviluppate e il fenomeno di pianificazione familiare sta aumentando vorticosamente.
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L’HIV/AIDS, grazie alle terapie antiretrovirali e alle forme di prevenzione, ha causato meno infezioni e le persone possono convivere con il virus dell’HIV. Purtroppo, ancora molti bambini sono infettati dal virus dell’HIV anche se la percentuale tende a ridursi. L’AIDS è, ancora oggi la principale causa di morte tra gli adolescenti (dai 10 ai 19 anni) e in Africa e’ la seconda causa più comune di morte tra gli adolescenti a livello mondiale. Anche il tasso globale di incidenza e di mortalità per malaria e tubercolosi si e’ ridotto.
Quali sono i traguardi da raggiungere entro il 2030 per migliorare la salute delle popolazioni del pianeta? Sicuramente sconfiggere l’AIDS, la malaria e la tubercolosi e ridurre la mortalità infantile e materna nel post parto, non dimenticando che ci sono tantissime altre patologie endemiche che non ho elencato ma che sono endemiche. A tali patologie si aggiungono gli obiettivi di: rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze (stupefacenti, tabacco, alcol), dimezzare il numero globale di morti e feriti per incidenti stradali, assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, copertura sanitaria universale, sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie che colpiscono tutte le popolazioni (soprattutto i paesi in via di sviluppo) fornendo anche il facile accesso ai farmaci per tutti.
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Il punto 13 ha come obiettivo: “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”. Il cambiamento climatico interessa tutto il Pianeta che sta subendo numerosi attacchi: il mutamento delle condizioni meteorologiche, l’innalzamento del livello del mare, le emissioni di gas a effetto serra; tutto ciò derivante dalle attività umane e porterà, secondo le previsioni, all’aumento della temperatura media della superficie terrestre che aumenterà probabilmente, nel corso del XXI secolo, di 3°C. Purtroppo, il cambiamento climatico è una sfida globale perché si espande su altri territori e riguardano tutti. L’aumento della temperatura globale ha ridotto la produzione di mais, di grano e di altre coltivazioni. Per contro, lo scioglimento dei ghiacciai e delle nevi ha innalzato il livello del mare che dal 1901 al 2010, si è alzato di 19 cm. Si prevede che il livello del mare raggiungerà i 24-30 cm entro il 2065. Gli effetti del cambiamento climatico esisteranno ancora per molti secoli anche se non vi saranno ancora emissioni di anidride carbonica.
Quali sono i traguardi da raggiungere entro il 2030 per ridurre gli effetti catastrofici del cambiamento climatico sul pianeta? Sicuramente occorreranno tantissimi investimenti economici provenienti da tutti i paesi aderenti al Progetto, da indirizzare a tutti i Paesi e, specialmente, ai Paesi in via di sviluppo. Questo faciliterebbe la pianificazione e la gestione di interventi inerenti al cambiamento climatico. Inoltre, migliorando l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità delle istituzioni si renderebbe possibile la comune collaborazione verso un futuro ecosostenibile. Il Pianeta, in fondo, è fatto da ognuno di noi e proprio ognuno di noi può provvedere a fermare questo disastro planetario. Non possiamo dimenticare quanto male fanno al Pianeta i numerosi incendi dovuti al surriscaldamento e ad atti dolosi; il più recente è stato quello sviluppatosi nelle aree dell’Outback australiano nel 2021, dove migliaia di ettari sono andati distrutti insieme alla fauna locale. Le foreste sono il polmone del nostro Pianeta perché producono tutto l’ossigeno necessario al Pianeta e ai suoi numerosi ospiti ; inoltre, liberano il Pianeta dall’anidride carbonica e da numerosi inquinanti. Le foreste e gli alberi in generali non vanno abbattuti bensì tutelati per poter continuare “respirare” anche noi.