L’aumento di peso è la diretta conseguenza di una elevata assunzione di calorie. Quando ci sediamo a tavola per consumare un pasto, assumiamo calorie e contemporaneamente appaghiamo il senso di fame. Ma quando i fuori pasto diventano troppi cosa accade?
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E’ molto frequente trovare persone che, pur di non ingrassare, non fanno colazione oppure bevono solo un caffè, mangiano solo dell’insalata a pranzo e poi la sera escono con gli amici e si ingozzano di prodotti da forno e friggitoria. Questi individui manifestano un bisogno di mangiare nelle ore in cui i pasti principali non sono previsti e cominciano a mangiucchiare qualunque cibo disponibile al momento. Altri, invece, non riescono mai a raggiungere la sazietà perché la loro fame non è solo reale ma anche psicologica; insoddisfazione, sofferenza, depressione e frustrazioni richiedono cibo per colmare un vuoto interiore. Per queste persone il cibo è conforto e consolazione e la fame si placa solo dopo aver ingurgitato enormi quantitativi di cibo. Queste persone sono affette dal binge eating disorder (disordine della grande abbuffata) ossia preferiscono cibi golosi, dolci o grassi che li trasportano in un’esperienza psicologica senza limiti. Più provano piacere , più tentano di ripetere l’esperienza, magari aumentando il gusto forte e coinvolgente del loro pasto.
Una volta che si segue un “orologio nutrizionale” difettoso, il processo diventa incontrollabile e con esso anche i chili. Talvolta qualcuno si pente e tenta di mangiare meno cibo, ma solo dopo poche ore accusa depressione ,vertigine , debolezza, ansia, … Quindi, per timore di indebolirsi troppo, assale nuovamente la dispensa per assumere altro cibo.
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Fare tre pasti principali, più uno spuntino a metà mattina e uno al pomeriggio è un modo sano di distribuire l’alimentazione della giornata. Mentre, mangiucchiare o piluccare non rientra nelle sane abitudini infatti esistono due tipi di piluccamento:
- Compulsivo: in cui la persona torna ripetutamente a cercare e a consumare il cibo desiderato, generalmente molto goloso e sapido.
- Non compulsivo: in cui la persona si nutre di continuo ma in modo distratto, ossia non presta attenzione a ciò che mangia e vuole solo riempirsi la pancia .
Sono le donne che mangiucchiano fuori pasto più spesso. Le persone che “mangiucchiano” poco e di continuo, spesso non si rendono conto delle calorie che stanno assumendo. Infatti, di solito scelgono cibi ad alto contenuto calorico e molto ricchi di grassi e zuccheri e nonostante tutto non riescono mai a saziarsi. Queste persone credono che, in questo modo, possono dimagrire più velocemente. Invece, la soluzione ideale sarebbe:
- Per dimagrire in modo corretto e duraturo è necessario consumare 5 pasti al giorno (colazione, pranzo, cena e due spuntini) che rispettino il nostro fabbisogno energetico.
- Seguire un piano alimentare realizzato da un professionista della nutrizione .
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Come aiutare chi è affetto da questi disturbi? Innanzitutto il soggetto in questione dovrebbe riconosce dietro i suoi “vuoti di stomaco” o “le voglie di qualcosa di buono” qual è il disagio o il problema che si nasconde. Dovrebbe quindi fare un auto esame psicologico. Poi dovrebbe trovare , più velocemente possibile, le vie giuste per risolvere il problema o per convivere serenamente con esso. Quando non ci riesce da solo può chiedere un aiuto psicologico ad uno psicologo specializzato in disturbi della nutrizione.
Per evitare di mangiucchiare si possono seguire alcuni consigli come:
- Acquistate sistematicamente frutta e verdura di stagione, cereali integrali, pietanze sempre diverse da variare durante i giorni della settimana. Non acquistate “cibo spazzatura”.
- Imporsi delle regole e dei tempi per poter iniziare il cambiamento. Mastica lentamente i tuoi pasti bilanciati quando sei a tavola e concentrati su cosa stai facendo.
- Consuma il tuo cibo stando seduto/a a tavola.
- Prepara il tuo pasto in dosi precise per evitare di fare il bis o di consumare il cibo avanzato durante il pomeriggio.
In tutto ciò che facciamo a tavola cerchiamo sempre la salute e il piacere di stare bene.
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