“Nosferatu”, il film muto proiettato sul grande schermo e sonorizzato in live riporta il Cinema ai suoi tempi d’oro

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La prima serata di Monsters – Taranto Horror Film Festival si apre con una vera “rievocazione storica”. Un capolavoro del cinema muto proiettato sul grande schermo con una sonorizzazione live di un’ora e mezza eseguita davanti ad esso. Un’esperienza unica che ci riporta indietro a un’epoca mai vissuta, quando la settima arte era appena nata ma era già ai suoi tempi d’oro.

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Il Taranto Horror Film Festival si apre con la proiezione di Nosferatu il vampiro, film muto del 1922 capolavoro del Cinema espressionista tedesco e pietra miliare del genere horror. Il film è stato proiettato il 26 ottobre scorso nella sala 3 del nuovissimo Cityplex Savoia della città, con sonorizzazione live della contrabbassista Caterina Palazzi.

Che effetto fa vedere sul grande schermo un film di cento anni fa? All’inizio è un’esperienza straniante, incredibile, ma anche molto formativa per chi è fruitore, appassionato e creatore di contenuti visivi. Il “Nosferatu” proiettato al Savoia è la versione restaurata nel 2005 dalla Cineteca di Bologna, che recupera integralmente e con rigorosa fedeltà storica la copia originale del film. Pur avendo cento anni, il film di Friedrich Wilhelm Murnau risulta ancora visivamente spiazzante e innovativo; gioca continuamente con le luci e con le ombre, grazie alle diverse gradazioni di colore applicate sulla pellicola all’epoca della realizzazione. 

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Come si coloravano i film muti negli anni Venti? Applicando sulla pellicola particolari coloranti all’anilina, con una base di acqua o di alcool. Ciò permetteva di ottenere qualsiasi gradazione di colore, ciascuno dei quali assumeva significati ben precisi. In Nosferatu, ad esempio, le inquadrature colorate di giallo rappresentano le scene diurne, mentre quelle in bianco e nero le scene notturne. Spesso si utilizzavano anche particolari formine che, applicate direttamente sulla pellicola, permettevano di colorare successivamente, attraverso un piccolo rullo, soltanto determinate sagome di colore. In Nosferatu, tale tecnica è stata applicata nella scena dell’alba, fatale per il vampiro sempre a caccia di sangue.

La trama. Hutter (Gustav von Wangenheim) è un giovane agente immobiliare di Wisborg, che viene inviato dal suo capo Knock (Alexander Granach) in Transilvania, nel castello del conte Orlok (Max Schreck). Quest’ultimo è un vampiro, che parte per la città portando con sé alcune bare piene di topi e terra sconsacrata. Orlok arriva a Wisborg portando la peste e tantissimi morti. Hutter e la moglie Ellen (Greta Schröder) faranno di tutto per fermarlo. 

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Nosferatu è figlio della prima guerra mondiale (1914-1918) e della pandemia di influenza spagnola (1918-1920); contemporaneo di una Germania distrutta sia politicamente che economicamente, anticipatore di una delle dittature più brutali della storia recente. Nato in un clima di profonda incertezza, il film di Murnau sembra cavalcare simbolicamente anche i nostri tempi.

La figura del vampiro risalta magnificamente sul grande schermo e risulta ancora spettrale, inquietante e spaventosa. Complice sicuramente il bianco e nero, ma anche la fisicità azzeccata di Max Schreck, alto e magrissimo, vestito di nero, con due denti aguzzi ben evidenti, una calotta che gli copre i capelli, protesi FX per naso e orecchie e occhi glaciali e terrificanti. Leggenda vuole che lo stesso Max Schreck si sia recato in Transilvania per cercare un vero vampiro; si narra addirittura che egli stesso ne fosse un esemplare, una figura mostruosa così come indicata dal significato del suo nome che, in tedesco, suona come “Massimo Spavento”. 

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Caterina Palazzi, leader dei Sudoku Killer, ha sonorizzato in live l’intero film, accompagnando le immagini per oltre un’ora e mezza con musiche di scena che differiscono dalle sonorizzazioni “classiche” e “melodiche” che abitualmente caratterizzano i film muti. La contrabbassista romana ha eseguito una sonorizzazione innovativa che unisce musica concreta e bruitismo; rumori che si fanno suono e che si mescolano alla melodia dando una nuova visione allo stesso Nosferatu, molto più cupa e “attuale” rispetto all’aspetto “originale”. 

L’edizione 2022 di Monsters – Taranto Horror Film Festival ha aperto i battenti con una vera e propria esperienza audiovisiva, che ci riporta agli anni d’oro del Cinema Muto e che promette, fino al 31 ottobre, altre grandissime sorprese.

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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