La regista Carmen Di Marzo ci racconta “Eclissi”, il suo nuovo spettacolo. In scena dal 23 al 25 maggio al Teatro Tor Bella Monaca di Roma.
Qual è stata la scintilla iniziale che ti ha ispirato a scrivere e dirigere “Eclissi”? Ci sono esperienze personali o osservazioni sociali che hanno influenzato la creazione dell’opera?
Quando ho voglia di scrivere, mi lascio sempre ispirare dalla cronaca del nostro paese o da cose di cui sono venuta a conoscenza e che mi hanno incuriosita. “Eclissi” racconta le vite degli altri, per fare in modo che ognuno scavi nella propria. Le tematiche sociali sono diverse e ci riguardano, perché hanno sempre a che fare con il conflitto e l’accettazione, parole che tutti noi conosciamo e viviamo sulla nostra pelle.
“Eclissi” esplora temi profondi come l’amore genitoriale e le sfide familiari. Come hai lavorato con gli attori per assicurarti che questi temi emergessero in modo autentico e coinvolgente sul palco?
Francesca, Rosario e Angelica sono tre attori magnifici che ringrazio immensamente per la fiducia che mi hanno donato. Sono stati dei soldati pieni di umanità e di creatività e il loro talento coincide con il fatto che sono persone clamorosamente stupende. Questo mi ha permesso di guidarli in modo attento e meticoloso verso un obiettivo, ma ricordandomi sempre che il teatro è un posto di libertà e quindi la comunione di intenti è fondamentale. Abbiamo lavorato in totale armonia e profondità, scegliendo una strada neorealista.
Puoi parlarci del processo creativo dietro la scelta delle musiche originali di Alessandro Panatteri? In che modo queste composizioni contribuiscono a sottolineare le emozioni e le tensioni presenti nello spettacolo?
Alessandro Panatteri è un genio della composizione che vanta una carriera eccellente e lavoriamo insieme ormai da 10 anni. Le sue musiche hanno questo potere di ispirare e a volte di sciogliere nodi cruciali. Questo mi succede sempre sia se sono io a recitare sul palcoscenico, ma anche se sono dall’altra parte. Io ascolto la sua musica e trovo le cose, la strada si spiana. Questo accade anche perché Alessandro ha una sensibilità rara. Ancora prima che tu gli chieda qualcosa, sa anticipare suggestioni e immagini. Sono fortunata.
Quali messaggi speri che il pubblico porti con sé dopo aver visto “Eclissi”? C’è una riflessione particolare che desideri suscitare attraverso questa rappresentazione?
Si i messaggi sono tanti e il pubblico è fortemente chiamato in causa. Sicuramente attraverso questa storia suggerisco quanto tutti dovremmo tenere a bada il giudizio. Giudicare la pelle degli altri, qualunque essa sia, è sempre sbagliato e oserei dire volgare.