Creepypasta – Le Ombre della Cantina

Condividi

Fino a che punto sei disposto ad esplorare l’oscurità per scoprire la verità nascosta nella cantina abbandonata?

C’era una volta una vecchia cantina situata in fondo a una strada desolata, circondata da boschi cupi e silenziosi. Nessuno sapeva esattamente chi fosse il proprietario o cosa contenesse al suo interno. Le leggende popolari suggerivano che fosse infestata da oscure presenze, ma pochi osavano avventurarsi oltre la soglia arrugginita.

Una fredda notte d’autunno, un gruppo di giovani avventurosi decise di sfidare il terrore e esplorare la cantina. Armati di torce e coraggio, varcarono la porta sbilenca, lasciandosi alle spalle il conforto della luce della luna.

Appena entrarono, un’aria densa e viziata li avvolse, facendoli rabbrividire. Le pareti erano umide e coperte di muffa, mentre il pavimento era disseminato di detriti e vecchi oggetti arrugginiti. Ma non era solo la ruggine a rendere inquietante quel luogo. Era come se le ombre stesse prendessero vita, danzando nell’oscurità, sussurrando segreti antichi e sinistri.

Man mano che esploravano, i giovani cominciarono a percepire strani rumori provenire dalle profondità della cantina: passi sommessi, lamenti flebili, sibili oscuri. Ma quando cercavano di individuarne la fonte, tutto taceva di nuovo, lasciandoli sospesi nell’ansia.

Giunti nella parte più interna della cantina, scoprirono una porta di legno massiccio, chiusa con una catena arrugginita. Qualcosa di indicibile sembrava pulsare dietro di essa, esercitando un’attrazione malvagia sui coraggiosi esploratori.

Con un misto di terrore e curiosità, decisero di rompere la catena e aprirla. Il momento in cui varcarono quella soglia segnò l’inizio della loro rovina.

Dall’oscurità più profonda della cantina emerse un’entità primordiale, uno spettro dalle sembianze distorte e contorte, avvolto da una foschia oscura e soffocante. La sua presenza emanava terrore puro, annientando la razionalità dei giovani e imprigionandoli in un vortice di paura inestricabile.

Le loro grida echeggiarono tra le mura sudicie della cantina, ma nessuno fu in grado di udire il loro lamento. Le ombre della cantina avevano reclamato nuove vittime per nutrire il loro eterno tormento.

Da quel giorno in poi, la cantina fu abbandonata definitivamente, dimenticata dalla civiltà umana. Ma chiunque si avventurasse nelle sue viscere avrebbe rischiato di incontrare le ombre che ancora danzano nell’oscurità, assetate di anime da consumare.

©GIUSEPPE GALLO 2024, RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *