Il Soroptimist International d’Italia entra nella Camera dei Deputati per parlare del cuore delle donne, ancora più vicini alla medicina di genere

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Si è concluso con la citazione “I limiti esistono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni” l’ultima relazione  presentata  il 18 settembre 2019 alle ore 13 nella Sala Stampa della Camera dei Deputati a palazzo Montecitorio in Roma, dove  il Soroptimist International d’Italia  ha presentato, dopo mesi di lavoro, i risultati conseguiti dal progetto “SI parla di cuore” in presenza delle socie sopraggiunte in rappresentanza dei Club italiani.

Infatti, proprio grazie all’impegno dei 156 Club sparsi sul territorio nazionale  e alle circa 6000 socie che ne fanno parte che il  progetto “SI parla di cuore” ha  potuto compiere una campagna di informazione rivolta al pubblico femminile con lo scopo di educare e sensibilizzare le donne alla prevenzione dell’infarto e delle malattie cardiovascolari.

“SI parla di cuore” è un progetto cominciato nell’ottobre del 2018 per volontà della Presidente Nazionale Patrizia Salmoiraghi e del gruppo di lavoro costituito dalle Vice Presidenti Nazionali Elisabetta Lenzini e Maria Antonietta Lupi e dalle socie Anna Maria Bernardi, Rita Bonino e Ada Maria Florena  insieme ai Club Soroptimist presenti in tutte le regioni Italiane.

Tutto il progetto confluisce in un tema più vasto che è rappresentato dalla sensibilizzazione verso la Medicina di Genere. Infatti, la mortalità per malattie cardiovascolari è molto più elevata nelle donne rispetto agli uomini e sia l’approccio terapeutico , sia la prevenzione e la diagnosi hanno notevoli differenze di genere tra sesso maschile e femminile.

Il progetto “SI parla di cuore” ha voluto sensibilizzare e informare la popolazione femminile tramite  conferenze, convegni, materiale divulgativo  e  promuovendo una camminata ” insieme per il cuore” in tutte le città dei Club Soroptimist.

All’incontro hanno partecipato: Rossana Boldi (Vice Presidente Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati), Patrizia Salmoiraghi (Presidente nazionale del Soroptimist), Elisabetta lenzini (Vice Presidente nazionale del Soroptimist), Maria Antonietta Lupi (Vice Presidente nazionale del Soroptimist), Rita Bonini (Socia del Club di Apuania), Anna Maria Bernardi (Socia del Club di Rovigo), Gino Gerosa (Professore Ordinario di Chirurgia Cardiaca , Direttore Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova).

Ha introdotto l’incontro l’on. Rossana Boldi sottolineando che ci sono voluti 30 anni di impegno prima di avere una maggiore attenzione verso la medicina di genere. In Italia le Università di Padova e Firenze hanno istituito un Master di Medicina di Genere. In Europa solo la Germania, la Francia e la Finlandia prestano interesse verso la medicina di genere, mentre bisogna aumentare l’attenzione verso questo tipo di approccio medico anche in altre popolazioni.  In genere lo stile di vita, lo stress, l’alimentazione, il fumo, la sedentarietà sono le cause principali di aumento dell’incidenza di infarto miocardico. Tutti i Club hanno voluto far capire alle donne cosa fare per prevenire questa patologia e per migliorare la loro qualità di vita anche dopo un evento cardiologico grave.

Ormai oggi ci sono cure che vagliano il genoma, per questo bisogna educare la classe medica e sensibilizzare le case farmaceutiche a considerare la possibilità di utilizzare cure adatte al genere ossia per le donne.

La relazione di Patrizia Salmoiraghi ha dato rilevanza ai dati epidemiologici relativi alla: mortalità cardiovascolare ( 48,8 % per le donne verso il 38,7% per gli uomini),  infarto ( prima causa di decesso per le donne), scompenso cardiaco (nella terza età colpisce più donne che uomini) e ictus (colpisce più la donna che l’uomo) tra maschi e femmine e il risultato è spaventoso perché, secondo i dati ISTAT,  la malattia cardiovascolare continua ad essere ad oggi la “First Killer” .

Donne disinformate e che operano per preconcetti ( paura, superficialità, estrema dedizione alla famiglia,…)  muoiono di infarto più degli uomini; le donne si trascurano e spesso non valutano alcuni sintomi premonitori dell’infarto. È necessaria una risoluzione culturale, proponendo degli stili di vita migliori e più adatti al buono stato di salute. Grazie alla collaborazione di: Elisabetta lenzini (Vice Presidente nazionale del Soroptimist – genetista), Maria Antonietta Lupi (Vice Presidente nazionale del Soroptimist – ematologa), Rita Bonini (Socia del Club di Apuania – cardiologa), Anna Maria Bernardi (Socia del Club di Rovigo- nefrologa) e grazie al patrocinio di FEDERFARMA, Fondazione ONDA  e Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere il progetto ha avuto una  grande visibilità e popolarità.

Elisabetta lenzini ha descritto le tre fasi del progetto: FASE 1) informazione e sensibilizzazione all’interno dei Club; FASE 2) trasferimento del progetto all’esterno dei Club ossia alla popolazione  (scuole, comunità, associazioni con veri e propri convegni scientifici); FASE 3) la camminata per il cuore. È stata una campagna di informazione rivolta al pubblico, specialmente femminile, per sensibilizzare ed educare alla prevenzione dell’infarto e delle malattie cardiovascolari. Adottare un corretto stile di vita ed una adeguata attività fisica, correggere i fattori di rischio e i principali errori di alimentazione, imparare a riconoscere precocemente i sintomi di una patologia cardiovascolare, sono i requisiti che possono salvare la vita.

Rita Bonini ha evidenziato una dolorosa realtà ossia che “i problemi di cuore uccidono più del tumore”. In post menopausa, un evento emotivamente forte può determinare la produzione di ormoni che agiscono negativamente sul cuore. L’aumento delle catecolamine in circolo è un fattore importante di rischio cardiovascolare nelle donne con possibile sindrome infartuale a coronarie epicardiche indenni: Tako-tsubo. Sicuramente aumentare l’autostima aumenta il sistema di protezione del cuore. Altri fattori di rischio modificabili sono: la pressione arteriosa  (ideale 120 mmHg la massima e 70 mmHg la minima), colesterolo, trigliceridi, circonferenza vita, attività fisica.

A seguire Anna Maria Bernardi ha ricordato che nel ’98 l’Organizzazione Mondiale della Sanità lanciò un allarme sulle patologie femminili, lo starter verso della Medicina di Genere. Il Soroptimist sin dal ’98, con il progetto che voleva sensibilizzare sul problema dell’osteoporosi, ha cominciato a considerare la medicina di genere. Si è visto che somministrando vitamina D in maschi e femmine oltre i 70 anni si poteva ridurre l’incidenza della malattia. Dal 2013 è diventato un progetto nazionale.

Maria Antonietta Lupi ha parlato di quale sarà il futuro di questo progetto. Intanto il progetto ha avuto grande visibilità sui media, dalla stampa  alle attività svolte dai singoli Club, il progetto si è esteso in tutta la nazione grazie  ai: percorsi clinici, alla ricerca, alla formazione e alla comunicazione. Al culmine di tutto questo grande lavoro è stato istituito presso l’Istituto superiore di Sanità un Osservatorio della Medicina di Genere. Quindi l’obiettivo futuro è quello di prestare maggiore attenzione alla Medicina di Genere per ogni tipo di patologia .

La relazione finale del cardiochirurgo Gino Gerosa sul “Cuore di uomo/donna nella prevenzione” è stata l’epilogo del presente ma anche del futuro della cardiochirurgia. Intanto il Prof. Gerosa ha voluto precisare quali sono le differenze tra il cuore di uomo e di donna. Il cuore di donna (250 g) è più leggero di quello dell’uomo (300 g). Il cuore è un muscolo involontario programmato per centomila battiti al giorno, circa 40.000.000 battiti all’anno e l’attività fisica è il tonico perché il cuore è un muscolo. La donna può avere sintomi diversi dall’uomo. Ad esempio, nell’infarto i sintomi riferiti dal maschio, come la fitta al petto e il dolore che si irradia al braccio, sono ben chiari. In una donna, che ha le coronarie più piccole, il dolore dell’infarto è diverso.  Ecco perché è importante fare formazione ed anche informazione  anche negli ambulatori e negli ospedali. Inoltre, la donna non deve trascurare il movimento quotidiano perché quando gli anni avanzano, nelle donne, i miociti del muscolo cardiaco diventano più rigidi, le pareti si ispessiscono, viene alterata la fase di riempimento (diastole) e compaiono i sintomi  come: mancanza di respiro e stanchezza, tipici sintomi dello scompenso cardiaco. La sedentarietà è tra i fattori di rischio che espongono alla patologie cardiovascolari (specialmente in menopausa) per questo l’esercizio fisico è il rimedio migliore.

Le donne fino a 50-55 anni, in genere, non hanno problemi cardiaci mentre una malattia ostruttiva coronarica è più probabile dopo i 70 anni (circa di 10 anni più avanti rispetto all’uomo). Le donne sono protette dagli ormoni sessuali prodotti dalle ovaie nell’età fertile; gli estrogeni proteggono le arterie e le coronarie delle donne, ma con la menopausa tutto cambia ed è allora che bisogna tenere sotto controllo  il colesterolo, la glicemia,  i trigliceridi e l’omocisteina. È importante anche tenere sotto controllo la pressione arteriosa perché la donna, con l’invecchiamento, sviluppa l’ipertensione più dell’uomo. Inoltre bisogna fare attenzione al peso, al cibo, e al fumo. Si è appurato che la donna fumatrice ha una probabilità  cinque volte superiore all’uomo di sviluppare danni alle arterie e di andare incontro a malattie cardiovascolari e all’aterosclerosi.

Fino dagli anni ’30 si era capito che la tensione emotiva  poteva essere legata alle patologie cardiache. Oggi è certo che lo stress acuto (il cuore in gola), causato da un cervello che è in stato di allarme e che ordina di pompare più catecolamine(noradrenalina, adrenalina,dopamina) e di aumentare la frequenza cardiaca e la pressione, se diventa permanente causa lo stress cronico con conseguenze serie per in cuore  Quindi, alle donne iperattive e nervose il prof. Gerosa consiglia “Relax “. Anche il crepacuore esiste infatti, secondo uno studio del 2015 pubblicato sul New England Journal of Medicine, la Sindrome di Tako-tsubo (parola giapponese che indica la forma che il cuore assume, simile ad una pentola usata dai pescatori per la cattura dei polpi) colpisce la donna nove volte su dieci; si manifesta come una specie di infarto in chi ha subito uno shock emozionale (lutto, separazione) e il cervello si mette a produrre sostanze a raffica; qui le coronarie femminili entrano più facilmente in spasmo. Quindi, si può morire di crepacuore e se si sopravvive le cicatrici restano a lungo. Infine, il prof Gerosa ha fatto una carrellata di possibilità chirurgiche anche relative al trapianto che posso salvare la vita del paziente cardiologico e, soprattutto, migliorarne la qualità di vita.

La volontà, l’impegno e la collaborazione compiono davvero miracoli e la forza delle donne del Soroptimist è un lampante esempio di determinazione nel raggiungere gli obiettivi prestabiliti .   

 

                      Angela Astone

Angela Astone

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