“C’era una volta…”. E’ così che comincia ogni fiaba che si rispetti. Perché è questo ciò che sembra il 9° film di Quentin Tarantino. Prendendo in “prestito” quei titoli tanto cari al suo Sergio Leone, il regista americano trasporta il suo pubblico nella Hollywood del 1969, dove realtà e fantasia sono un tutt’uno indistinguibile.
Fra hippie e cowboy, nazisti e lottatori di kung-fu, il perno della vicenda è “Cielo Drive”, una lussuosa strada privata dove vive Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), un attore di serie B noto per i suoi ruoli da cattivo nelle serie televisive anni ’50. Per anni questo mestierante della recitazione ha interpretato feroci assassini del West e nazisti con il lanciafiamme, sempre in coppia con il suo fidato stuntman/tuttofare Cliff Booth (Brad Pitt). Dopo anni di anonimato, Rick Dalton vorrebbe spiccare il volo… ma come fare? Nonostante i suoi vicini di casa siano Roman Polanski (Rafal Zawierucha) e Sharon Tate (Margot Robbie), la coppia d’oro di Hollywood, l’unica chance per affermarsi è quella di partire per l’Italia a fare “spaghetti western” e “poliziotteschi”. Nel frattempo, intorno a loro, ruota l’ala sinistra della setta di Charles Manson.
“C’era una volta… a Hollywood” è un film sul Cinema e per il Cinema. Tarantino abbandona il sangue e gli ingarbugliati intrecci narrativi per farci fare un tour della città, fra locali e sale cinema di periferia, fra set cinematografici e ville lussuose. Ci fa conoscere Steve McQueen, Jay Sebring e Bruce Lee. Inserisce DiCaprio in spezzoni di cult come “La Grande Fuga” o “Bersaglio Mobile”. Ci fa ballare con le hit degli anni ’60 sparate dalle radio delle automobili che sfrecciano lungo le tortuose strade delle colline hollywoodiane.
Insomma, se l’anima dei “C’era una volta…” di Leone era la colonna sonora di Morricone, nel “C’era una volta…” di Tarantino il cuore è proprio la perfetta messinscena. Una ricostruzione dettagliata degli ambienti, dei costumi e, soprattutto, dei film citati e “rifatti” alla perfezione, sia nelle inquadrature che nel montaggio.
Un documentario romanzato, proprio come il “Titanic” di James Cameron, dove la storia narrata è solo un pretesto per conoscere la storia vera. Ma a differenza del kolossal di Cameron, Tarantino trasforma la realtà in finzione, rimaneggiandola come fece in “Inglorius Bastards”. E ciò che culminò in una tragedia, qui si trasforma in un happy end.
Chi apprezza il Cinema italiano potrà rivedere i western di Sergio Corbucci, i polizieschi di Antonio Margheriti, ed altri film di genere che il mondo ci invidiava.
“C’era una volta a Hollywood” è la conclusione ideale per il Cinema di Tarantino. Un omaggio al Cinema e un’autocelebrazione, con tante citazioni alla sua stessa filmografia, da “Kill Bill” a “The Hateful Eight”
Titolo: C’ERA UNA VOLTA… A HOLLYWOOD (Once Upon a Time … in Hollywood)
Con: LEONARDO DiCAPRIO, BRADD PITT, MARGOT ROBBIE, EMILE HIRSCH, MARGARET QUALLEY, TIMOTHY OLYPHANT, AUSTIN BUTLER, DAKOTA FANNING, BRUCE DERN, AL PACINO
Casting: VICTORIA TOMAS – Costumi: ARIANNE PHILLIPS – Montaggio: FRED RASKIN
Scenografia: BARBARA LING – Fotografia: ROBERT RICHARDSON
Produttori esecutivi: GEORGIA KACANDES, YU DONG, JEFFREY CHAN
Prodotto da: DAVID HEYMAN, SHANNON McINTOSH, QUENTIN TARANTINO
Regia: QUENTIN TARANTINO
Distribuzione: SONY PICTURES
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