Il Tychetainìa Festival segna una nuova apertura per la città di Taranto. Un’apertura verso lungometraggi e cortometraggi nazionali e internazionali difficili da vedere, ma che qui trovano uno spazio speciale.
L’evento, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Artava”, si è tenuto nel Palazzo Galeota, nel centro storico di Taranto.
A confrontarsi in queste due serate finali (12 e 13 ottobre) vi sono i due “lunghi” finalisti (l’italiano “OLTRE LA BUFERA” e il turco “DIGITAL EJARET”) e i dieci “corti” (“TIA” (Spagna), “INTERNOS” (Italia), “L’INVERSIONE DEI POLI” (Italia), “ANDATE IN PACE” (Italia), “DEPARTURES” (Italia), “HAZLA” (Spagna), “MANI ROSSE” (Italia), “CI PENSA LUI” (Italia), “UNA STORIA SENZA NOME” (Italia) e “AURORA” (Brasile))
Momenti clou dell’evento sono stati la proiezione del film fuori concorso “Storie di precaria follia” di Carlo Barbalucca e l’angolo Troisi, che ha visto come ospiti l’attore, sceneggiatore e regista Angelo Orlando, tra i protagonisti di “Pensavo fosse amore… invece era un calesse”, e Ciro Borrelli, autore del libro “Pensavo fosse un comico, invece era Troisi”.
L’evento, presentato con freschezza dal giornalista Matteo Schinaia, è stato organizzato dalla giovane casa di produzione tarantina Snaporaz Film Production che, nella serata di sabato, ha anche presentato il trailer del cortometraggio “I gradini della speranza”, diretto da Emanuele Novellino.
AnyName News ha intervistato i tre “pilastri” dell’evento: Chiara Filippi (presidente Snaporaz Film Production), Giuseppe Nardone (attore e direttore artistico del Tychetainìa Festival) e Fabio Fornaro (attore).