Se è vero che l’erba cattiva non muore mai, allora Cetto La Qualunque dovrebbe essere eterno. E in effetti lo è, visto che è tornato al cinema, pronto per una nuova scalata al potere.
Ormai stabilitosi in Germania insieme al suo amico Pino (Nicola Rignanese), Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) ha abbandonato la politica per gestire una catena di pizzerie. Sposatosi con Petra (Caterina Shulha), figlia di neonazisti, Cetto vive felice e lontano dai guai, quando riceve una notizia inaspettata: sua zia Annunziata sta morendo. Cetto torna in Calabria e, al capezzale della zia, scopre una sconcertante verità: è un nobile! E, per di più, il discendente diretto della famiglia Buffo di Calabria. I monarchici del posto, guidati dal conte Venanzio (Gianfelice Imparato) approfittano della situazione per eleggerlo futuro “Re delle due Calabrie” e avviare la secessione della regione dal resto dell’Italia.
Rivedendo oggi “Qualunquemente” (2011), primo capitolo della trilogia, non si può fare a meno di ridere e di riflettere su come il personaggio inventato da Antonio Albanese abbia anticipato al Cinema il contesto politico di oggi. Il film capostipite era una commedia amara che, nel sequel dell’anno successivo (“Tutto tutto niente niente”), ha lasciato posto al grottesco.
Con “Cetto C’è, Senzadubbiamente”, il personaggio di Albanese diventa una maschera a tutti gli effetti, proseguendo lo stesso iter evolutivo del personaggio di Fantozzi nel corso di 10 film.
Il terzo capitolo delle avventure di Cetto è un vero e proprio film comico-demenziale, con personaggi brutti nel fisico e nell’animo, conventi arroccati sulle isole, città fatte di piste ciclabili, castelli sfarzosi, cacce alle volpi a cavallo di moto da cross… Insomma, un mix umoristico degli elementi migliori dei film precedenti.
L’idea di base è quella del ritorno alla monarchia e di una nuova divisione dell’Italia con una ipotetica “Calabrexit”. Una trama surreale, direte voi… ma anche un possibile futuro! Dopotutto, otto anni fa, anche lo scenario descritto in “Qualunquemente” sembrava una utopia. Di secessione se ne parla da parecchi anni (al Nord, almeno) e la ex famiglia reale è tornata in patria. Quindi i presupposti (molto, molto remoti) ci sono… Ahahahah!
Scherzi a parte, “Cetto C’è, Senzadubbiamente” è un film d’altri tempi (fortunatamente!), con simpatiche canzoni, molta satira e un umorismo politicamente scorretto. Un’eccezione di questi tempi, dove l’elevato grado di suscettibilità ci costringe a misurare le parole con il contagocce.
Vedere Cetto e i suoi soci muoversi nel rigido mondo della nobiltà è un vero spasso, con gag originali che strizzano l’occhio alla realtà italiana.
“Cetto C’è, Senzadubbiamente” è la “minchiata” giusta al momento giusto!
Titolo: CETTO C’E’, SENZADUBBIAMENTE
Con: ANTONIO ALBANESE, NICOLA RIGNANESE, CATERINA SHULHA, GIANFELICE IMPARATO, DAVIDE GIORDANO, LORENZA INDOVINA
Montaggio: ALESSIO DOGLIONE – Fotografia: ROBERTO FORZA – Musica: EMANUELE BOSSI
Costumi: GIANNI CASALNUOVO – Scenografia: MARCO BELLUZZI
Prodotto da: MARIO GIANANI, LORENZO MIELI, LORENZO GANGAROSSA – Produttore Esecutivo: OLIVIA SLEITER
Soggetto e Sceneggiatura: ANTONIO ALBANESE, PIERO GUERRERA
Collaborazione alla Sceneggiatura: GIULIO MANFREDONIA
Regia: GIULIO MANFREDONIA
Distribuzione: VISION DISTRIBURION
Cetto C’è, Senzadubbiamente – Trailer