La storia di “Pierino e il Lupo” è stata la felice intuizione di Prokofiev: ogni personaggio della favola un diverso strumento musicale
E per “amici del cuore” un uccellino, un’anitra e un gatto. Per la dodicesima stagione di “favole&TAmburi”, domenica 2 febbraio, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, va in scena “La storia di Pierino e il Lupo”, da “Pierino e il Lupo” di Sergej Prokofiev, drammaturgia e regia Daniela Nicosia, con Massimiliano Di Corato e Caterina Pilon, coreografie Clara Libertini, musiche Sergej Prokofiev, elementi scenografici Gianni Volpe, luci e suono Paolo Pellicciari, produzione Tib Teatro. Durata 60 minuti. Posto unico 6 euro (famiglie al TaTÀ: biglietti a 5 euro per nuclei familiari composti da almeno quattro persone). Info e prenotazioni ai numeri 099.4725780 – 366.3473430.
Una storia semplice, immediata, vivace, raccontata non con le parole dei grandi ma con le grandi parole dei più piccoli. Il fascino della composizione di Prokofiev sta nella felice intuizione di far raccontare la storia dalla musica, facendo di ogni strumento dell’orchestra un personaggio. In questo spettacolo sono gli attori che raccontano la storia con i loro strumenti: la parola e il corpo, la danza e le immagini. E, mentre la partitura musicale corre libera, nella straordinaria esecuzione di Claudio Abbado, nelle zone di racconto, già insite nell’opera, intervengono con il loro modo di raccontare, che assomiglia a quello antico dei cantastorie o cuntastorie, e che risiede soprattutto nella voglia di cuntare, di donare, di rendere partecipi e persino protagonisti i piccoli spettatori.
Mediata dalla figura di un cantastorie, l’opera viene contestualizzata in una realtà di emigrazione. Pierino, bambino “solo” in un paese popolato da soli vecchi ha come “amici del cuore” l’uccellino, l’anitra e il gatto. Una grande fame accomuna Pierino (che per un pezzo di pane si presta a far da “spalla” al cantastorie a sua volta affamato), gli abitanti di quel paese e il lupo che per mangiare, proprio come loro, deve “migrare”. Ma i lupi a questo mondo sono tanti e hanno tanti volti, bisogna imparare a riconoscerli e a difendersi…
Lo spettacolo è consigliato dai 3 anni d’età (tecnica: teatro d’attore e musica).