Una gravidanza è un “periodo di nove mesi pieno di sorprese” e , nel 7-8% di tutte le gravidanze, potrebbe insorgere il diabete gestazionale ossia il diabete diagnosticato per la prima volta in gravidanza. Si tratta di un’alterazione, di vario grado e severità, del metabolismo dei carboidrati.
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Intorno al secondo e terzo trimestre di gestazione, può insorgere nella donna una insulino-resistenza in seguito all’aumentata produzione di estrogeni, progesterone, ormone lattogeno placentare, cortisolo, catecolamine e GH.
La gestante con diabete può avere una glicemia bassa durante il digiuno e picchi elevati dopo un pasto. In questo modo, se l’aumento di glicemia non viene trattato farmacologicamente, il glucosio passa attraverso la placenta in dosi elevate e stimola il feto a produrre insulina in dosi superiori (iperinsulinismo). L’iperinsulinismo può generare gravi complicazioni al feto come: macrosomia fetale (ossia peso fetale maggiore di 4500 g alla nascita), preeclampsia, distocia di spalla, parto cesareo, retinopatia, nefropatia, parto con feto nato morto. Dopo il parto, a causa della perdita della placenta , i valori della glicemia ritornano normali ma, in alcuni casi, può permanere un rischio elevato di malattie metaboliche come: diabete e sindrome metabolica.
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Il diabete gestazionale è asintomatico ma, in alcuni casi si manifestano alcuni dei seguenti sintomi: perdita di peso, aumento dell’appetito, molta sete, diuresi abbondante. Solo degli esami clicnici, prescritti dal ginecologo, possono far evidenziare la malattia. Le possibili cause che predispongono al diabete gestazionale possono essere: familiarità, sovrappeso/obesità prima della gravidanza, età della madre superiore ai 35 anni, sindrome dell’ovaio policistico, macrosomia in una gravidanza precedente, gruppo etnico di appartenenza. Esistono, però, anche fattori di rischio che scaturiscono da uno scorretto stile di vita come: alimentazione ricca di grassi, sovrappeso e obesità, sedentarietà, fumo.
Molto concatenati sono l’obesità e l’insulino-resistenza. Infatti, all’aumentare dell’IMC (indice di massa corporea) pre-gravidico può aumentare il rischio di insorgenza di diabete, che si manifesta più frequentemente nelle donne gravide obese (il rischio è fino a sette volte superiore) rispetto alle donne in normopeso.
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Sicuramente un regime alimentare appropriato potrebbe prevenire o regolare l’insorgenza di questa complicazione. Infatti, nel mio libro “Dieta M.A.T.E.R. Gravidanza e allattamento in piena forma” edito da AnyName Edizioni (in vendita su www.anynameedizioni.com, su Amazon, su eBay) ci sono una serie di consigli dietetici dettagliati, semplici e pratici, su come alimentarsi quando insorgono problemi di diabete gestazionale.
Una riduzione del rischio di diabete gestazionale si può ottenere con un corretto stile di vita e consumando più cibi integrali, frutta e verdura, carne bianca e pesce ma, talvolta non basta perché bisogna fare i conti con l’indice glicemico di molti alimenti ritenuti “ottimi”. Quindi, l’analisi di una linea alimentare da seguire deve avere uno studio più accurato e dettagliato sia per ciò che interessa la quantità degli alimenti, sia per la qualità e l’indice glicemico degli stessi. Per ridurre la probabilità di sviluppare il diabete gestazionale, è necessario:
- perdere peso e fare molta attività fisica prima di affrontare una gravidanza . L’esercizio fisico, infatti, può migliorare la sensibilità delle cellule all’insulina e aiutare a mantenere la glicemia bassa; mangiare tutto ciò che serve a una gestante per restare in buona salute;
- mantenere il controllo del peso in gravidanza chiedendo al medico quanto, l’aumento di peso e l’attività fisica, devono essere adeguati al proprio stato di salute e a quello del feto. In caso di bisogno ricorrerete anche alla consulenza di un nutrizionista che possa guidarvi verso una cucina leggera, digeribile, ipocalorica, a basso indice glicemico ed equilibrata.
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