Una bisaccia d’oro nascosta ad Altamura?

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Delle monete d’oro giacciono nascoste nei terreni circostanti di Altamura? Il grande tesoro del brigante Teo Mistrale continua ad appassionare i cacciatori del mistero.

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“Altamura, caput mundi”! Solo così può essere definita questa cittadina della provincia di Bari, dalla quale è passata tutta la storia del mondo. Dalle orme di trentamila dinosauri presenti nella “Cava Pontrelli” all’unico esemplare di uomo di Neanderthal con lo scheletro ancora integro (“L’uomo di Altamura”) custodito nelle grotte di Lamalunga. Dalla musica di Saverio Mercadante ai campi di concentramento delle due guerre mondiali e alla base missilistica atomico-nucleare della Guerra Fredda.

Per una città dalla storia così varia è quasi naturale custodire una lunga lista di segreti e misteri. Fra questi vi è il tesoro di Teo Mistrale: una bisaccia piena di monete d’oro nascosta, a quanto pare, nella vastità di terreni che circondano la città. Ma come nasce questa leggenda?

Durante la metà dell’Ottocento, ad Altamura, viveva il giovane Teo Mistrale, un noto massaro della zona ben voluto dai suoi lavoratori che, come da tradizione, al termine del periodo di raccolta nei campi festeggiava insieme ai contadini il lavoro svolto. Un anno, però, il supervisore dei lavoratori (il ualane), a causa di problemi economici, impedì ai contadini di festeggiare il giorno del raccolto. Mistrale, così, propose di accollarsi le spese dei festeggiamenti e il ualane, offeso, lo schiaffeggiò. Fra i due vi fu una terribile colluttazione, al termine della quale Mistrale, con un coltello molto affilato, uccise il suo avversario. 

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Sfuggito alla Legge, Mistrale si diede al brigantaggio e si unì a una banda di predoni della Murgia, capeggiata da una donna denominata “la Rossa”, della quale divenne amante. La coppia e i loro banditi compirono audaci imprese, accumulando ingenti ricchezze tutte ben conservate in una bisaccia che Mistrale portava sempre con sé. 

La banda riusciva nelle imprese anche grazie all’aiuto dei fattori della zona, i cosiddetti massari, che offrivano loro rifugio. Tutti sapevano della bisaccia colma di monete d’oro e una notte un massaro, spinto dall’avidità, uccise Mistrale per impossessarsidelle sue ricchezze. Il massaro che ospitava la banda, vendicò a sua volta l’omicidio di Mistrale uccidendo il suo assassino. 

Ma dov’è la bisaccia? Sembra che le monete d’oro di Mistrale siano sparite dopo la sua morte. Probabilmente le ricchezze del bandito (taccagno per natura) sono state divise tra i suoi soci, ma c’è gente che sostiene il contrario, ovvero che i soci di Mistrale abbiano seppellito la bisaccia nei dintorni della masseria dove avvenne il suo omicidio. Se riuscite a trovare l’oro, però, non ditelo a nessuno! 

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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