Un action movie fantascientifico che gioca con l’inversione, sia delle immagini che della narrazione.
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Un agente americano, dopo aver sventato un attacco terroristico in Ucraina, viene introdotto in un programma segreto, all’interno di una task force composta da agenti in grado di muoversi nel tempo. La missione non è nota, ma l’obiettivo sì.
SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS. Sono queste le parole chiave del decimo film di Christoper Nolan. Una pellicola action dal forte valore simbolico.
TENET è un palindromo, ossia una parola che può essere letta da sinistra a destra e da destra a sinistra senza cambiare significato. Già le singole lettere componenti questa parola (T, E, N) fanno riferimento al numero 10, ossia il decimo film del cineasta britannico. Ma questo è solo il significato superficiale del titolo di questo film, che nel suo essere palindromo racchiude in sé il cuore stesso dell’intera pellicola.
SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, come già detto, sono le parole chiave di questo film, che nel loro insieme formano una frase palindroma. La stessa frase che compone il sator, l’antico quadrato magico del quale vi abbiamo parlato in un precedente articolo (Il mistero del SATOR di Ascoli Satriano).
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Tanti sono i significati simbolici associati a “Tenet” che proprio nell’inversione e nel suo essere palindromo trova quella svolta narrativa che lo distingue da altri film di questo genere.
Una fitta rete di eventi dall’alto impatto scenografico che avvolge lo spettatore in un nonsenso narrativo, che pian piano si svela nella seconda parte del film, diluito in 150 minuti scorrevoli e coinvolgenti.
Dal punto di vista del cast tecnico e artistico Nolan apporta non solo cambiamenti, ma anche grandi ritorni, a cominciare da Michael Caine, assente nel precedente “Dunkirk” (2017). L’assenza di Hans Zimmer è evidente, ma non fondamentale. A sostituirlo, infatti, è il compositore svedese Ludwig Görasson, autore di una colonna sonora palindroma che ben si integra con il resto della messa in scena, senza mai catturare l’attenzione.
Quello dell’inversione è sempre stato uno dei gioco preferiti del Cinema. La possibilità di riavvolgere la pellicola e, in generale, le immagini è una continua attrazione per registi autoriali e di cassetta, sin dall’alba della settima arte. Una tecnica utilizzata per gli scopi più disparati (sperimentali, drammatici, comici). In “Tenet” l’inversione assume un ruolo non solo tecnico-immaginifico, ma diventa un elemento importante anche dal punto di vista narrativo. Un approccio non innovativo, ma che attrae lo spettatore grazie a quella manipolazione della realtà che solo il Cinema può regalare.
“Tenet” è un film che gioca su più livelli indipendenti che interagiscono fra loro, quello dell’azione pura, quello della narrazione destrutturata e quello del simbolismo. Una lettura filmica interessante che apre con curiosità una stagione cinematografica pronta a ripartire e ad allontanarsi da una emergenza sanitaria invadente.
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Titolo: TENET
Con: JOHN DAVID WASHINGTON, ROBERT PATTINSON, KENNETH BRANAGH, ELIZABETH DEBICKI
Fotografia: HOYTE VAN HOYTEMA – Musica: LUDWIG GÖRANSSON
Costumi: JEFFREY KURLAND, – Scenografia: NATHAN CROWLEY
Montaggio: JENNIFER LAME
Prodotto da: CHRISTOPER NOLAN, EMMA THOMAS
Produttore Esecutivo: THOMAS HAYSLIP
Soggetto e Sceneggiatura: CHRISTOPER NOLAN
Regia: CHRISTOPER NOLAN
Distribuzione: WARNER BROS.
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Tenet – Trailer
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