Ormai, la paura di consumare frutta a fine pasto è diventata una convinzione diffusa tra moltissime persone. Siamo prigionieri di tanti luoghi comuni sul cibo e non pensiamo a quanto la paura e il pregiudizio possano creare ulteriori danni fisici e psichici.
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Secondo le disposizioni della dieta mediterranea è indispensabile consumare più volte al giorno frutta e verdura. Quindi, consumare la frutta a fine pranzo è, sicuramente, più salutare che consumare un dessert; la frutta ha meno calorie, più fibre e ha un notevole potere saziante. Ma ci sono altri motivi che inducono a consumare frutta a fine pasto! Non dobbiamo dimenticare che la frutta contiene la vitamina C, importantissima per l’assimilazione del ferro contenuto negli alimenti presenti nello stesso pasto; inoltre, la frutta fresca contiene una quantità rilevante di micronutrienti ad azione antiossidante: vitamina C, carotenoidi, tocoferoli. La presenza di tutti questi micronutrienti nello stesso pasto e nello stomaco determina un potenziamento della loro azione difensiva proprio nello stesso momento in cui sono necessari, ossia durante la digestione; infatti, è proprio durante la digestione che si possono sviluppare dei processi ossidativi che possono essere pericolosi per il nostro organismo.
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La frutta fresca è un alimento ad alta densità nutritiva e a bassa densità calorica caratterizzata da tutta una serie di principi nutritivi:
- elevato contenuto di acqua (dall’80 al 96% del peso);
- alto contenuto di vitamine A e C;
- sali minerali come potassio, magnesio, ferro, calcio;
- fibra alimentare solubile (cellulosa, emicellulosa e pectina);
- zuccheri (saccarosio e fruttosio) presenti in dosi variabili in base al grado di maturazione.
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Le principali funzioni della frutta e verdura sono:
- diuretica e disintossicante per la prevalenza di potassio che permette l’eliminazione dei prodotti del metabolismo azotato e l’eccesso di cloruri;
- alcalinizzante utile nei confronti di alimenti proteici (acido-formatori);
- lassativa infatti stimola la peristalsi intestinale e riduce il gonfiore e i gas addominali;
- stimolante la digestione per la presenza degli acidi organici che stimolano la produzione di succhi digestivi.
Inoltre, le fibre solubili (pectine, cellulosa, emicellulose ed oligosaccaridi) formano gel viscosi che rallentano lo svuotamento gastrico dando un senso di sazietà (utile nel caso di diete ipocaloriche); intervengono sulla progressione del bolo interferendo con l’azione degli enzimi digestivi, che rimangono intrappolati nel gel viscoso che si viene a formare, rallentando pertanto l’assorbimento dei nutrienti. Questo è uno dei meccanismi che ritardano l’insorgenza del picco glicemico, successivo il pasto, e riducono l’assorbimento del colesterolo esogeno.
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L’unico motivo per cui la frutta non deve essere consumata a fine pasto può essere individuato in coloro che hanno una digestione lenta o gastrite; siccome la frutta è ricca di acqua, così come la verdura, la digestione di un individuo affetto da queste patologie risulterebbe difficile per l’indebolimento da diluizione dei succhi gastrici. In casi normali, il nostro stomaco è capace di digerire qualunque alimento e i nostri enzimi digestivi lavorano in totale sinergia per portare a termine la digestione.
Molto spesso si vuole giustificare un problema utilizzando delle motivazioni di comodo, in realtà ci stiamo creando solo un paravento emotivo per poter, piacevolmente, nascondere tutti gli errori che continuamente commettiamo a tavola.
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Quante volte facciamo un pasto che comincia con un aperitivo composto da un bicchiere di vino o un analcolico (ricco di zuccheri) e del formaggio o dei salumi (ricchi di sodio e grassi); poi continuiamo con un primo piatto abbondante e ben condito e, in seguito, con un secondo piatto di carne o pesce ben farcito e magari con contorno di patate; del resto un pasto non può terminare senza un dolcetto e un bicchierino di amaro … quali problemi dovrebbe dare un innocuo frutto a fine pasto?
E no, a fine pasto la frutta gonfia!!!
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