Ma davvero il 2020 è da dimenticare?

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Per il  2020 possiamo usare tutti gli aggettivi negativi che conosciamo perché, certamente, è stato un anno imprevedibile, sconvolgente, disastroso, terrificante, apocalittico … e sta finendo nel peggiore dei modi. Ricordiamoci che è solo un anno, ossia un insieme di giorni che si susseguono fino al 365°, uno spazio temporale che ha creato l’uomo per scandire lo scorrere degli attimi della nostra vita. Siamo diventati così superstiziosi?

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Non dimentichiamo che fino al 1945 di anni belli non se ne conoscevano perché tra guerre, pestilenze e catastrofi naturali, l’essere umano occidentale non ha potuto mai considerare un qualsiasi anno “bello”; inoltre, in alcune popolazioni del pianeta, di anni belli non ne hanno ancora conosciuti, sono sempre in guerra o in tumulto. Secondo voi tutti questi eventi si possono attribuire al destino o al malocchio o a qualche entità divina o al demonio … o persino alla malasorte? Vogliamo continuare a prenderci in giro? Viviamo in un’epoca in cui scienza, tecnologia e cultura hanno avuto un’evoluzione rapida e stratosferica nell’ultimo secolo. Come potremmo mai credere al destino? Ah, certo, è semplice dare sempre la colpa a qualcun altro pur di non farci un esame di coscienza, pur di pensare che anche noi facciamo parte di una società e, come tali, ogni giorno diamo un nostro “contributo” agli errori o ai successi della comunità in cui viviamo.

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Il 2020 è stato un anno di pandemia, un anno in cui tutto il pianeta ha dovuto pagare il suo tributo sacrificando vite umane, economia, scienza e cultura. Tutti i popoli non hanno potuto colpevolizzarsi tra loro, o almeno, l’hanno fatto solo all’inizio quando tutti siamo stati colti di sorpresa dal quel microscopico nemico di nome Covid19. Tante le teorie: quella complottista, quella negazionista, quella del “so tutto io”, quella delle profezie … Mentre, invece, si doveva solamente pensare a rimboccarsi le maniche tutti, proprio tutti, inesorabilmente tutti per fermare la pandemia. Non parlo solo degli italiani , parlo di tutte le popolazioni del pianeta,  perché Covid19 è il nome dell’ultimo “conflitto mondiale” dove il nemico misura solo dai 60 nanometri (nm) ad un diametro massimo di 140 nanometri (nm) ossia, più o meno, 10 milioni di volte più piccolo di 1 cm. Un conflitto che ancora deve finire. Un conflitto dove ogni giorno, solo in Italia, ci sono tanti morti quanto 3-4 aerei di linea che precipitano. Un conflitto in cui il numero dei feriti (contagiati e malati) già solo in Italia è pazzesco. Ma ancora pensiamo di teorizzare un nemico così? Viviamo e moriamo da ciechi e sordi, un problema del genere non dev’essere strumentalizzato per fini politici, per fare gossip, per mobilitare rivolte, per sfruttamento economico. Un problema di queste dimensioni chiede solo un comportamento che, forse, non tutti hanno imparato, si chiama COLLABORAZIONE. 

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Il 2020, da questa disastrosa esperienza ci ha voluto insegnare molte cose. E ora ve ne elencherò alcune, proprio perché erano molto evidenti e da biologa le voglio mettere in risalto per voi.

1) La natura e l’ecosistema stanno soffrendo, il cambiamento climatico e tutte le forme di inquinamento agiscono come agenti mutageni sugli esseri viventi, sulle loro patologie e sui microrganismi (un mondo che molti trascurano ma è sicuramente più popoloso del mondo macroscopico e che si riproduce in modo ultraveloce).

2) L’economia si regge sul consumo scrupoloso e ponderato del denaro. Sicuramente molti investimenti sono stati fatti senza criterio e ormai ogni giorno siamo sempre più poveri.

3) La scienza e la sanità, in particolare, sono stati i servizi pubblici più trascurati da molti anni in tutto il mondo. E’ umiliante vedere tutti i media che più volte l’anno, ancora oggi, devono fare la questua per la ricerca scientifica. E’ devastante apprendere che gli ospedali sono a corto di presidi e di personale medico e parasanitario. E’ orribile veder elemosinare dei presidi che dovrebbero essere normalmente presenti in una struttura sanitaria. E’ crudele imporre ai giovani studenti il loro futuro quando, poi, ci saranno dei professionisti frustrati e demotivati perché, a causa del numero chiuso nelle Università, non hanno potuto scegliere il mestiere per cui erano predisposti. E ora mancano medici e infermieri! A tutti i medici e il personale sanitario, che lavora e che ha perso la vita per salvare la nostra, dico con tutto il mio cuore, GRAZIE SIETE I NOSTRI SOLDATI IN TRINCEA CHE LOTTANO PER LA NOSTRA LIBERTA’ (dal virus e dalle altre malattie).

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4) Chi sceglie di svolgere una professione sanitaria, ha imparato a lavorare prima con il cuore  e poi con la propria professionalità. Dopo anni in cui alcuni operatori sanitari hanno operato con una fredda indifferenza verso i loro pazienti (purtroppo, alcuni di loro ho avuto modo di conoscerli nella mia vita), oggi la pandemia ha creato una classe sanitaria che ha lavorato alacremente riuscendo a migliorare la loro disponibilità emotiva, ad aprire il loro cuore e a versare anche una lacrima per chi non ce l’ha fatta. 

5) Il Covid19 ci sta ancora insegnando cos’é l’igiene, quella vera, quella che non si confonde con l’ordine e la pulizia periodica, quella che entra nel dettaglio fino a giungere a considerare il microscopico. Forse le mamme hanno capito che, seppure i figli e i congiunti sono sangue del loro sangue, non si deve leccare il succhiotto per ripulirlo e per poi somministrarlo al neonato, non si deve assaggiare la minestrina con lo stesso cucchiaio con cui si somministra al bambino, non si deve baciare sulle labbra un bambino, bisogna lavarsi le mani dopo il cambio del pannolino, bisogna usare le mascherine quando si ha una patologia respiratoria contagiosa  (non solo il Covid). Tutti questi sono comportamenti igienici indispensabili che tutelano la salute di tutti.

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6) Forse i ristoratori hanno capito che:

  • Non si organizzano tavolate chilometriche con piatti comuni da cui tutti i commensali devono attingere, magari con posate personali; bensì ognuno deve avere il suo piatto personale ben fornito.
  • I buffet non devono essere incustoditi ma devono, sempre, avere del personale di servizio che provvede a riempire i piatti dei commensali.
  • I camerieri, anche se indossano i guanti, non devono prendere piatti sporchi e puliti con lo stesso guanto, i guanti vanno cambiati periodicamente.
  • Tutto il personale deve lavarsi le mani e proteggere le ferite con cerotti.
  • I camerieri ammalati devono stare a casa in malattia o devono indossare i presidi di protezione.
  • I locali non devono essere super affollati.
  • I bagni per la clientela devono essere sempre puliti e igienizzati.
  • Il tovagliato e il mobilio devono essere impeccabilmente puliti.

7) Forse la gente ha capito che per volersi bene non ha bisogno di baciarsi e abbracciarsi più volte. La farsa dell’affetto ostinato non serve, per volersi bene è importante esserci nel bene e nel male. Stringersi la mano è un gesto di cortesia ma quella mano, prima di stringere la tua, cosa ha toccato? Per questo un disinfettante alcolico per le mani, se non c’è l’acqua, può risolvere problema.

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8) Scambiarsi bottigliette, sigarette, cibo, indumenti personali usati permette di scambiarsi anche germi, i quali sono presenti in tutti i liquidi corporei. Questi scambi affettuosi o di altro materiale vanno fatti solo con le persone conviventi per evitare il peggio.

9) I mezzi di trasporto e ogni luogo in cui si convive per molte ore (uffici, scuole, aziende, negozi, ecc.) devono essere sanificati spesso e, se possibile e se necessario, esiste lo smart working. 

10) Che la tecnologia, tanto demonizzata, si è dimostrata una nostra amica fedele, un salvavita, un mezzo di lavoro e di benessere. Tecnologia non è solo sinonimo di social! Con la tecnologia puoi essere in pochi secondi in un altro posto del pianeta, puoi pagare, puoi vendere, puoi controllare i tuoi movimenti in banca, puoi inviare documenti, puoi controllare la tua casa, puoi azionare elettrodomestici a distanza e tanto altro. 

 Nessuno è obbligato a seguire i consigli ma, se gli accade qualcosa di brutto, deve fasi un esame di coscienza nei riguardi di coloro che l’hanno rispettato molto più di quanto ha fatto lui per loro. Quando mettiamo in pratica delle regole vere e necessarie, stiamo aiutando tutti coloro che fanno parte della nostra comunità. Se accade qualcosa di brutto in una comunità ,non è solo colpa degli altri, è anche colpa tua. Spero che il nuovo anno porti la soluzione a questa “guerra” contro il nemico invisibile! Comunque, per vincere la guerra dobbiamo prima vincere una serie di battaglie contro l’egoismo, l’ignoranza, i pregiudizi e le nostre miserie umane.  Quindi, AUGURI per nuovo anno più responsabile, pieno di salute e di amore concreto.

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Angela Astone

Angela Astone

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