In questo primo dei quattro appuntamenti del 2021 sui diritti, parlerò di alcune conquiste ottenute dalle donne. Storicizzare serve a conservare la memoria del passato perché senza questo non esiste futuro. Bisogna tenere però presente che i diritti acquisiti non sono garantiti per sempre.
{loadmoduleid 668}
Nell’antico Egitto le donne occupavano una fetta importante di potere sociale e a volte anche politico che nel corso del tempo è andato perduto tanto da dover ricominciare i percorsi e le battaglie per ottenerli. Nel ‘900, dopo millenni di patriarcato, ci sono state molte conquiste per le donne, ma la società di oggi ancora le discrimina a favore degli uomini.
La prima grande conquista in Italia è stata quella del diritto al voto politico nel 1946 in occasione del Referendum istituzionale del due giugno che sancì la nascita della Repubblica Italiana. Dobbiamo però aspettare il 2006 per ottenere dei numeri rappresentativi delle donne in Parlamento.
{loadmoduleid 668}
La conquista del voto politico, e il sentire la necessità di questo, risale a molti anni prima grazie al movimento delle Suffragette nato nel 1872 nel Regno Unito. A tal proposito, è del 2015 un film molto interessante intitolato proprio a loro, da vedere soprattutto per avere un input a chiederci cosa noi oggi stiamo facendo, rispetto a loro, per le generazioni future di donne, figlie, sorelle, mamme, nonne, lavoratrici.
In alcuni Stati come Africa, Asia, Medio Oriente e Sud America ben poco visto che il 70% è costretto a matrimoni forzati o in giovanissima età e l’87% non ha neanche accesso all’istruzione. Dall’altro lato Kamala Harris diventa la prima vice Presidente donna degli Stati Uniti d’America.
{loadmoduleid 668}
Noi italiani, sempre fanalino di coda nelle conquiste, nella classifica di parità di genere, Global Gender Gap Index, su 153 paesi a livello mondiale, siamo al 76esimo posto nel 2020, avendo scalato di un posto dal 2006 quando avevamo “conquistato” Il 77esimo. Una delle nostre note dolenti è il divario salariale. A parità di mansione le donne hanno il 30% in meno degli uomini, per quanto nel 1960 ne sia stata sancita la parità. E se parliamo di Leggi, possiamo aggiungere quella del 1971 sui diritti e sulle tutele delle madri lavoratrici. Diritti spesso calpestati dagli stessi datori di lavoro che, e accade più spesso di quello che si può immaginare, fanno firmare le dimissioni prima di assumere, o non prendono proprio madri o potenziali tali. A quante donne è capitato?
{loadmoduleid 668}
Vorrei ricordare giusto un 12% femminile nel tasso di disoccupazione in Italia. Eppure continuiamo a chiederci perché in Italia le donne non fanno figli.
È ancora del 1975 la riforma del Diritto di Famiglia che introduce la parità tra uomini e donne in ambito familiare. Una bella favola anche questa! Proprio e soprattutto in ambito familiare ogni tre giorni viene uccisa una donna, così come emerge dal VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Le donne italiane hanno paura soprattutto perché, nonostante le chiacchiere e le belle parole per ottenere consensi elettorali, sono sole in uno Stato che non vuole difendere le proprie donne. Le donne italiane hanno ancora bisogno di consolidare i diritti “acquisiti” e non smettere mai di domandarsi per che cosa oggi dovrebbero combattere per passare un testimone degno alle nostre figlie.
{loadmoduleid 668}