Emanuele Aloia: “L’Urlo di Munch” è Disco d’Oro

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L’album d’esordio “Sindrome di Stendhal” fuori il 16 aprile

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Milano, 12 aprile 2021 – “L’urlo di Munch”, il singolo di Emanuele Aloia, è certificato disco d’oro. Il brano anticipa il suo album d’esordio “Sindrome di Stendhal”, in uscita venerdì 16 aprile 2021.

Dopo il successo di “Girasoli”, disco d’oro, e “Il bacio di Klimt”, doppio disco di platino e in posizione #20 nella classifica delle canzoni più acquistate del 2020 all’interno della TOP 100 FIMI Italia, Emanuele Aloia torna a dare melodia all’arte, proseguendo il filone artistico iniziato con i suoi precedenti singoli.

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“L’urlo di Munch” racconta le difficoltà emotive che stiamo vivendo in questo momento storico e lo fa attraverso le opere più famose dell’800 e ‘900. In un ossimoro che “dentro ad ogni tuo silenzio” vede contrapposte le grida, sopravvive la speranza e dipinge nuovi scenari, fatti di progetti futuri, tramonti ed infiniti “poi vorrei”. 

«Il silenzio di questi mesi è stato assordante. C’era arte anche lì e, per la prima volta, ho provato a dargli un suono, un colore. L’opera di Munch mi ha sempre affascinato fin da piccolo, ogni volta sfogliavo le pagine del mio libro di arte e mentre la prof spiegava la guardavo stregato, chiedendomi che suono avesse quel grido: assordante, stridulo o addirittura armonioso. Mi sarebbe piaciuto riuscire a sentirlo. Chissà in quanti lo hanno immaginato. Oggi sono qui e riguardandolo in questi giorni riesco a sentire una voce: la mia.»

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Il singolo, assieme al brano “Quando Dio ti ha inventata”, anticipa “Sindrome di Stendhal”, l’album d’esordio del cantautore che racchiude, in un quadro finalmente completato, tutto il suo universo, popolato da pittori, scrittori e dalle parole e protagonisti delle opere d’arte più famose di sempre: dalla Venere di Botticelli a Banksy, da Romeo e Giulietta all’eterno ritorno di Nietzsche. Un vero e proprio inno alla cultura e alla bellezza in ogni sua forma, di quella che lascia senza fiato. E immersi in una tale meraviglia non resta che fermarsi ad ascoltare.

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