“Volevo nascondermi”, il grande capolavoro del regista Giorgio Diritti, miglior film ai David di Donatello 2021

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Alla cerimonia dei David di Donatello 2021 il meraviglioso film del regista Giorgio Diritti ha fatto  incetta di premi: miglior film, migliore regia, migliore direttore della fotografia, migliore scenografia, migliore acconciatore, migliore suono e miglior attore protagonista al fantastico Elio Germano. 

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“Volevo nascondermi” è il film sulla vita e il genio artistico del grande pittore e scultore naif Antonio Ligabue nato a Zurigo nel 1899 e morto a Gualtieri nel 1965. Antonio Ligabue era cresciuto in una famiglia poverissima e, da piccolo, ebbe un’infanzia difficile, specialmente quando sua madre lo affidò a una coppia di svizzeri di lingua tedesca affinché potessero provvedere a lui. Antonio era un bambino silenzioso, non si relazionava con gli altri coetanei e spesso sfociava in violente crisi nervose. I suoi genitori adottivi furono incapaci di gestire i comportamenti del giovane Ligabue e decisero di consegnarlo a un istituto per problemi mentali. Inoltre, il giovane Ligabue soffriva di rachitismo e problemi tiroidei, probabilmente a causa dalla carenza di nutrimento di cui aveva patito nei primi anni di vita. Per questo motivo venne rinchiuso in istituti per la cura di ragazzi disagiati e, spesso, ne venne espulso a causa del suo comportamento violento verso gli altri e verso se stesso. Noti gli atti di autolesionismo in cui Antonio si picchiava in volto ferendosi con pugni alle tempie e al naso.

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A venti anni andò a vivere a Gualtieri, in provincia di Reggio Emilia. In seguito a una vita vissuta da ramingo, Antonio si esprimeva con difficoltà in un misto di italiano e tedesco, ma aveva anche una sola grande certezza, possedeva un incommensurabile talento naturale per il disegno. Si guadagnava da vivere anche barattando i suoi disegni per un pasto caldo. Definito “un tipo strano” dai compaesani, inizialmente il suo talento sembrava andasse sprecato finché… incontrò nel 1927 lo scultore e pittore Renato Marino Mazzacurati, che intuì il suo grande talento e gli insegnò le tecniche della pittura. Fu proprio allora che Antonio Ligabue divenne capace di trasportare i “demoni della sua mente” sulla tela, creando opere forti, vistose, colorate, inquietanti ma, soprattutto, meravigliose. Spesso dipingeva l’espressione che gli animali assumevano quando dovevano azzannare la loro preda o quando dovevano lottare con un loro nemico. Uno dei ritratti più famosi resta il suo autoritratto, in cui Antonio si ritrae esaltando soprattutto il suo sguardo intenso e perso nei pensieri e la sua espressione sempre seria e cupa.

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Il personaggio cinematografico  di Antonio Ligabue è stato rappresento magistralmente dal grande attore italiano Elio Germano, già vincitore di un altro David di Donatello per Il giovane favoloso in cui interpretava Giacomo Leopardi e altri numerosi riconoscimenti nella sua carriera di attore. Germano ha saputo interpretare Antonio Ligabue splendidamente, è entrato nella sua anima, nella sua mente distorta, nel suo linguaggio complicato e incomprensibile (il film per alcuni tratti era sottotitolato), ha assunto espressioni facciali e corporali come solo pochissimi grandi attori sanno fare. Ma il premio di miglior film è sopraggiunto anche per la magistrale regia di Giorgio Diritti che ha curato il suo capolavoro in ogni dettaglio. Il premio come migliore autore della fotografia è andato a Matteo Cocco  che ha ritratto ogni ambientazione rendendola un altrettanto dipinto preso da uno scorcio di un quadro. Il premio come migliore scenografia lo hanno vinto le scenografe  Ludovica Ferrario e Alessandra Mura e l’arredatrice Paola Zamagni. E cosa dire del trucco e parrucco, Germano era identico all’autoritratto di Antonio Ligabue grazie alla maestria di Aldo Signoretti che ha vinto il David come migliore acconciatore. E per finire il David come miglior suono è andato a: Carlo Missidenti (presa diretta)Filippo Toso (microfonista), Luca Leprotti (montaggio), Marco Biscarini (creazioni suoni) e Francesco Tumminello (mix).

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Un film che, oltre all’importanza storico-artistica dei contenuti, fa riflettere sul potenziale valore della “diversità” … Antonio Ligabue ha reso la sua diversità un valore aggiunto, nato povero e morto ricco grazie al suo talento sfruttato al meglio. Un film che fa capire quanto ognuno di noi, anche il più sfortunato, può essere utile alla società e ad altri suoi simili che hanno bisogno di trovare il coraggio e la determinazione per far emergere la potenzialità del loro essere. In fondo, noi siamo tutti diversi ma tutti necessari basta trovare la “strada giusta” per poi percorrerla migliorandola e abbellendola con i nostri talenti. Questo film insegna a chi pensa: “Volevo nascondermi” … a migliorare la propria autostima fino a poter dire: “Ce la posso fare … anch’io valgo”.

Bravissimi tutti per quest’opera che è un “mostro” di bellezza, che tocca le corde del cuore, che fa riflettere sull’importanza della nostra esistenza e che ci fa conoscere un artista fantastico come Antonio Ligabue.

Trailer:

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Angela Astone

Angela Astone

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