“Questa è la seconda volta che sono in gara al Festival della Canzone Italiana di Sanremo, ma questa volta l’esperienza ha un duplice significato…” esordisce così Michele Bravi durante la conferenza stampa che oggi, 3 gennaio, ha rilasciato ai numerosi giornalisti, tra i quali anche la nostra testata, intervenuti all’evento in diretta da dietro le quinte del festival sanremese.
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Il giovane cantautore ha esplicitamente manifestato la sua grande soddisfazione di salire, proprio quest’anno, sul palco più importante d’Italia. Michele Bravi è orgoglioso di fare ascoltare la propria musica al pubblico italiano e internazionale ma, nello specifico, è onorato, di essere tra gli artisti artefici di questo momento, difficile ma necessario, di ripartenza per la musica dal vivo. Dietro le quinte del famoso teatro Ariston c’è davvero tanta voglia di fare spettacolo, in questo momento storico, a partire dal primo artista per finire all’ultimo tecnico. “Questo Sanremo non è ancora il Sanremo che ci ricordiamo però è già un grandissimo passo avanti vedere un teatro pieno; è un privilegio in questo momento non è così scontato, vedendo gli ultimi sviluppi della pandemia è già tanto ciò che attualmente abbiamo!”.
Michele torna a calcare il palco del Teatro Ariston, affidando al Maestro Enzo Campagnoli la direzione d’orchestra per il suo brano “Inverno dei fiori ” scritto da Michele Bravi, Cheope, Alex Raige Vella, mentre la musica è di Federica Abbate, Michele Bravi e Francesco Catitti che ne ha curato anche la produzione. Il cantautore dichiara che il suo brano è “Una dichiarazione d’amore dei tempi moderni. Gentilezza, empatia, cura e ascolto sono dei bisogni umani evidenziati tra i temi della canzone e manifestano la grande esigenza di rifiorire che si può ottenere stando uno accanto all’altro… Spero che qualcuno, standomi accanto dica che con me si sente felice … un bisogno che manifestiamo e sentiamo reciprocamente”. Il cantautore desidera di raccontare in musica e versi l’importanza del rifiorire dei legami umani sinceri e profondi.
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Nella serata dedicata alle cover anni ’60, ’70, ’80 e ‘90, che andrà in onda venerdì 4 febbraio , Michele Bravi si esibirà con il brano “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi” scritto da Lucio Battisti e Mogol. L’artista commenta : “Molte volte si sente dire … questa canzone non la può cantare nessuno… Credo che dietro una frase del genere ci sia una sorta di errore semantico perché si circoscrive il brano a un periodo storico; invece si dovrebbe dire … Questa canzone non la può cantare nessuno come Battisti… Io ho la fortuna, in questo momento, di avere un faro musicale puntato sul palco di Sanremo, un palco che ha il pubblico più trasversale del mondo e questa mia interpretazione della cover di Battisti/Mogol può essere una grande occasione, per le nuove generazioni, di cogliere la bellezza della tradizione che ci hanno lasciato questi grandi autori e di poter far rivivere quel sentimento a qualcuno. Piuttosto preferirei che mi si dicesse …Non mi è piaciuta la tua esibizione però mi hai proprio fatto venire voglia di riascoltarmi Battisti e Mogol … Questa cosa per me sarebbe una piccola vittoria perché penso che sia uno dei più bei pezzi mai scritti; del resto io ho un legame con quella scrittura visto che è anche la tecnica di scrittura del team che ha curato il brano di Inverno dei fiori. Infatti, da molti anni scrivo con il figlio di Mogol che ha ereditato il talento del padre ritrasformandolo, a suo modo, in una lirica immaginifica che parla con la terra, che parla degli elementi della vita che viviamo tutti i giorni e questa cosa era importante anche per creare un nesso semantico. Io dico … come si fa ad imparare la felicità” … Mogol l’ha saputo dire in un modo cristallino nei testi delle canzoni che ha scritto”.
Entusiasmo, positività, speranza, professionalità, studio minuzioso dei dettagli e passione emergono dall’anima di Michele Bravi , un giovane che ha riportato la poesia e l’innovazione sul palco di Sanremo.
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