Il chitarrista Cristiano Turato ci parla di “Switch off”, il suo nuovo singolo ispirato all’esperimento di Ivan Pavlov

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Conosciamo Cristiano Turato, musicista, speaker, cantante eclettico e versatile. In rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Switch off”

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Il brano “Switch off” è ispirato al famoso esperimento sui cani di “Ivan Pavlov” (1849-1936), per cui vinse il Premio Nobel nel 1904.

Ciao Cristiano, parlaci un po’ di te.

Papà e marito, amico e figlio. Sono stato pure bambino anch’io, e anche adolescente. E comunque se immagino l’inizio e collego la fine, cioè, il momento in cui vi scrivo, credo senza ombra di dubbio di poter dire che mi sento bene. Nel mezzo del cammin di mia vita ho fatto, e sono stato, molte cose, tra cui il musicista, e mica è finita. E credo sia l’unico vestito che mi stia bene e si adatti, sempre e comunque, ai cambiamenti del quotidiano, che in maniera naturale accolgo. Non si direbbe, perbacco, ma sono un uomo che ha imparato a cambiare e ad evolvere interiormente, ringiovanendo, anche se la scatola esterna a volte ha bisogno di riposare. Per il resto c’è wikipedia, come si dice, anche se la bibbia di google sul mio conto fa un errore madornale: io non sono un chitarrista, nel rispetto di chi lo è sul serio, come Maurizio Vercon.

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Il brano “Switch off” è ispirato al famoso esperimento sui cani di “Ivan Pavlov”. Parlaci un po’ di questo esperimento.

L’esperimento classico di Pavlov si propone la dimostrazione del riflesso condizionato, cioè come uno stimolo naturale sia in grado di provocare il verificarsi di una determinata reazione involontaria (risposta). Gli organismi (animali ed umani) imparano ad associare uno stimolo con un altro. Centrali per il condizionamento classico sono i riflessi, ovvero risposte non apprese e non controllabili, come la salivazione, la contrazione pupillare, la chiusura degli occhi. Associando per un certo numero di volte la presentazione di carne ad un cane con un suono di campanello, alla fine il solo suono del campanello determinerà la salivazione nel cane. La salivazione è perciò indotta nel cane da un riflesso condizionato provocato artificialmente.

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Come sei riuscito a trasporre nella tua musica e, in generale nella tua arte, questo avvenimento?

Dopo aver scoperto questo esperimento al seminario, di Mirella Santamato (scrittrice poeta), dal titolo “Eros il grande guaritore”, è stato facile ricollegare il tutto al mondo dei social. Un universo virtuale in cui ognuno di noi si mostra alla sua maniera, pose che quasi sempre non rispecchiano la realtà di ciò che siamo veramente. Alla fine del seminario avevo già scritto parte del testo, da qui poi è nato lo storyboard del videoclip, girato e montato da Carol Carraro, in cui si siamo divertiti ad amplificare all’accesso alcune situazioni social che ritroviamo molto spesso in quel rettangolo di circuiti e metallo.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Nel prossimo futuro nuovi singoli, un brano bellissimo da proporre per Sanremo, io e Maurizio Vercon e una feat importante, incrociamo le dita. E poi tanto live. Ricordo che noi musicisti dobbiamo recuperare due anni, e la musica dal vivo è il momento più alto dove si raccontano tante storie e si raccolgono nuove esperienze. Io e il Mauri siamo partiti dalla Sardegna, Sarùle e Santa Giusta, e dobbiamo ringraziare per questo l’agenzia Applausi e Live for music.

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Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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