La terribile verità dietro il videogioco maledetto “Sussurri nell’Oscurità”
C’era una volta un videogioco che nessuno osava nominare, tanto era l’orrore che suscitava. Si chiamava “Sussurri nell’Oscurità” ed era circondato da leggende sinistre. Si diceva che fosse stato creato da un programmatore pazzo che aveva sacrificato la propria anima per portare vita al gioco.
La trama del gioco era semplice, ma inquietante. Si assumeva il ruolo di un investigatore che doveva risolvere una serie di omicidi brutali in una città abbandonata. Il gioco era noto per le sue grafiche disturbanti e per un’atmosfera così tetra da far rabbrividire anche i giocatori più coraggiosi.
Tuttavia, ciò che rendeva veramente “Sussurri nell’Oscurità” infame erano i suoi effetti collaterali. Si raccontava che coloro che giocavano a questo gioco vedessero cose che non erano lì, sentissero voci che li chiamavano nel buio della notte e che alcuni scomparissero misteriosamente dopo averlo giocato.
Una leggenda particolarmente inquietante narrava di un giocatore che, dopo aver completato il gioco, cominciò a comportarsi in modo strano. Parlava di visioni terrificanti e sembrava sempre più distaccato dalla realtà. Una notte, la sua famiglia lo trovò impiccato nella sua camera, con lo sguardo fisso su uno schermo spento.
Nonostante le numerose storie di terrore legate a “Sussurri nell’Oscurità”, c’era ancora chi osava sfidare il fato e giocarlo. Ma nessuno sapeva davvero quali oscuri segreti si nascondessero dietro quel gioco maledetto, né cosa accadesse davvero a coloro che osavano avventurarsi nelle sue tenebre.
Giuseppe Gallo©2024 – RIPRODUZIONE RISERVATA