Creepypasta – I Boschi Sussurranti

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Nel cuore dei Boschi Sussurranti, le anime perdute danzano al ritmo dei sussurri oscuri.

In una piccola e dimenticata città nascosta nel cuore della foresta, c’è una leggenda che fa gelare il sangue anche ai coraggiosi. Lo chiamano i Boschi Sussurranti. La fitta vegetazione oscura la luce del sole, gettando ombre inquietanti che danzano tra gli alberi. Pochi osano avventurarsi nelle sue profondità e coloro che lo fanno raramente tornano gli stessi.

Il racconto inizia con una giovane coppia, Adam e Jenna, che cercava avventure al di là dei confini delle loro vite ordinarie. Ignorando gli avvertimenti degli abitanti del paese, si avventurarono a esplorare i Boschi Sussurranti in una fatidica sera. Man mano che si addentravano nella oscurità, l’aria diventava densa di un’immobilità innaturale, interrotta solo dal fruscio delle foglie e dal cigolio occasionale dei rami.

Persi nel labirinto degli alberi, Adam e Jenna inciamparono in un antico cimitero, le sue lapidi consunte che si ergevano come silenziosi guardiani dei segreti sepolti al suo interno. Un brivido corse lungo la loro schiena quando si resero conto di non essere soli. Sussurri, morbidi e insidiosi, sembravano emanare dalla terra stessa, richiamandoli sempre più in profondità nel cuore della foresta.

Guidati dalla curiosità e da un senso di terrore che non riuscivano a scuotere, la coppia proseguì, i loro passi ovattati dal fitto tappeto di foglie cadute. Presto giunsero in una radura bagnata dalla luce della luna, dove una figura solitaria si ergeva, la sua forma oscurata dalle ombre.

Avvicinandosi, Adam e Jenna gridarono d’orrore nel vedere lo spettacolo spaventoso di fronte a loro. La figura, né viva né morta, sembrava lampeggiare dentro e fuori dall’esistenza, i suoi occhi vuoti fissi su di loro con un bagliore malevolo. Parlava, la sua voce un sussurro gelido che echeggiava nella notte, promettendo orrori indicibili a coloro che osavano disturbare il suo sonno eterno.

Paralizzati dalla paura, Adam e Jenna potevano solo guardare impotenti mentre la creatura avanzava, la sua mano protesa verso di loro con dita simili a tentacoli ghiacciati. Con un urlo che squarciava il silenzio della foresta, si voltarono e fuggirono, i loro cuori che battevano forte nel petto mentre correvano verso la sicurezza della città.

Ma i Boschi Sussurranti non avrebbero rilasciato così facilmente la loro presa. Perché nell’oscurità, qualcosa si agitava, qualcosa di antico e affamato, che aspettava pazientemente la sua prossima vittima inconsapevole di vagare nel suo dominio. E mentre la notte si prolungava, i sussurri diventavano più forti, una melodia sinistra che echeggiava tra gli alberi, un inquietante ricordo dell’oscurità che si nascondeva appena al di là del limite della realtà.

Giuseppe Gallo©2024 – RIPRODUZIONE RISERVATA

Giuseppe Gallo

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