Perché si dice “Non c’è cosa più divina che trombarsi la cugina”? 7 curiosità su questo proverbio

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“Non c’è cosa più divina che trombarsi la cugina”: un proverbio italiano tra storia, tabù e cultura popolare.

Il proverbio “Non c’è cosa più divina che farsi la cugina” è un’espressione popolare italiana con un significato profondo e sfaccettato. Andiamo a scoprirne le origini e le curiosità che si celano dietro questo antico detto.

1. Le origini del proverbio:

Le origini del proverbio sono incerte e si perdono nel tempo. Si ipotizza che derivi dal Medioevo, quando i matrimoni tra cugini erano frequenti, soprattutto tra le famiglie nobiliari. In quel periodo, la consanguineità era vista come un modo per rafforzare i legami familiari e preservare il patrimonio.

2. Significato letterale e doppi sensi:

Il significato letterale del proverbio è chiaro: fare l’amore con la cugina è considerato un atto particolarmente piacevole e appagante. Tuttavia, il proverbio nasconde anche un doppio senso, che allude all’incesto e ai suoi tabù.

3. Implicazioni sociali e morali:

Il proverbio “Non c’è cosa più divina che farsi la cugina” ha avuto un impatto significativo sulla società italiana nel corso dei secoli. Da un lato, ha contribuito a normalizzare i rapporti sessuali tra cugini, soprattutto nelle zone rurali. Dall’altro, ha alimentato anche il dibattito sulle implicazioni morali dell’incesto e sui potenziali rischi per la salute procreativa.

4. Variazioni regionali:

Il proverbio esiste in diverse varianti regionali, con sfumature di significato differenti. Ad esempio, in alcune zone d’Italia si usa la forma “Fare all’amore con la cugina è come mangiare la carne proibita”, che sottolinea l’aspetto trasgressivo dell’atto.

5. Il proverbio nella cultura popolare:

Il proverbio “Non c’è cosa più divina che farsi la cugina” è stato utilizzato anche nella letteratura, nel cinema e nella musica popolare italiana. Ad esempio, compare nel romanzo “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni e nella canzone “La cugina” di Fabrizio De André.

6. Attualità del proverbio:

Oggi il proverbio ha perso gran parte del suo significato originario. I matrimoni tra cugini sono meno frequenti e l’incesto è considerato un reato in molti paesi. Tuttavia, l’espressione continua ad essere utilizzata, spesso in tono ironico o scherzoso.

7. Curiosità finale:

Sapevate che in alcune culture esiste un proverbio simile che recita “Non c’è cosa più divina che farsi la zia”? Anche in questo caso, il proverbio allude all’incesto, seppur con un grado di parentela ancora più stretto.

Conclusione:

Il proverbio “Non c’è cosa più divina che farsi la cugina” è un’espressione ricca di storia, significati e contraddizioni. Riflette le complesse relazioni tra amore, famiglia, morale e religione nella società italiana. Nonostante le sue implicazioni delicate, il proverbio continua ad affascinare e incuriosire, rappresentando un frammento significativo della cultura popolare italiana.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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