Cambra: “Scatole” – Un Puzzle Musicale di Emozioni e Identità Sonore

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I Cambra ci raccontano in esclusiva il loro nuovo EP “Scatole”.

Il vostro album d’esordio “Scatole” contiene molteplici influenze musicali, tra cui alternative, emo, post-rock e grunge. Come avete fuso questi generi per creare il vostro sound unico?

Tutti e tre abbiamo background musicali piuttosto paralleli e questi sono i generi in cui ci ritroviamo tutti e tre. Con “Scatole” avevamo l’ambizione di realizzare un lavoro omogeneo e distintivo dello stile del gruppo. L’approccio alla scrittura è stato diretto e immediato, senza perderci in preconcetti di stile o genere: tutto è venuto in maniera molto naturale e spontanea, con l’ambizione di riprodurre in studio, e su disco, l’atmosfera di un concerto live, con tutte le sue peculiarità. In questo senso, la scelta compositiva è stata di semplificare al massimo gli arrangiamenti per esaltare la spontaneità e l’immediatezza delle canzoni, lasciando molto spazio alle parti strumentali che caratterizzano tutte le tracce. Grunge, punk, emo che sia questo è il risultato e non ci sentiamo di definirci in un genere specifico.

Il concetto di “scatola” nel vostro album evoca una varietà di emozioni e situazioni. Qual è stato il processo creativo dietro la scelta di questo tema centrale e come si riflette nelle singole canzoni?

Una scatola rappresenta diverse situazioni: un inizio, una fine, la sospensione di qualcosa che è stato dimenticato oppure è in attesa di essere ritrovato. In “Scatole” ci siamo immaginati le canzoni come contenitori di diverse emozioni e reazioni al senso di vuoto: ogni canzone affronta e sviluppa in qualche modo il concetto della perdita da una prospettiva diversa. Non è stata una cosa preparata ma tutte le canzoni sono uscite in maniera spontanea e così abbiamo costruito questa immagine.

Nel descrivere il disco, avete parlato di riuscire finalmente a realizzare qualcosa che vi rispecchia completamente. Potete raccontarci quali sono stati i momenti chiave o le esperienze che hanno portato a questa realizzazione?

Il nostro disco racchiude noi stessi nel vero senso della parola. “Scatole” appunto che raccolgono vari fasi e momenti della nostra vita. In piena pandemia abbiamo iniziato la scrittura dei brani e nei pochi momenti in cui riuscivamo a trovarci per suonare nel piano interrato della casa di Giacomo, lo sfogo era immediato e in un certo senso intimo. Il vero compito è stato dare una veste artistico-musicale a queste scatole colme di nostri ricordi, ma non è stato difficile, anzi sapevamo già dove arrivare: tante emozioni differenti ma se vengono analizzate complessivamente si compone un puzzle importante di noi.

Avete lavorato insieme a vari progetti dal 2011 al 2018 prima di formare i Cambra nel 2020. In che modo queste esperienze precedenti hanno influenzato la vostra collaborazione e la creazione di “Scatole”?

Come musicisti ci conosciamo da più di dieci anni. Siamo cresciuti insieme, musicalmente parlando, dalle prime esperienze nella tavernetta della zia, ai palchi più importanti. In tutto questo tempo passato insieme abbiamo creato un’identità stilistica comune ben definita, che in “Scatole” trova la sua espressione. In passato abbiamo fatto fatica a capire quale fosse il nostro “campo sonoro”, sono servite diverse esperienze e sperimentazioni, ma oggi ci sentiamo di averlo trovato.

anynamenews

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