Gli Sharasad ci raccontano in esclusiva il loro nuovo singolo “Obsidian Chase”.
“Obsidian Chase” parla del tormento di chi cerca di superare i propri limiti. Quali esperienze personali o collettive della band hanno ispirato questo tema e come pensate che il vostro pubblico si possa relazionare con esso?
Più che di superare i propri limiti Obsidian Chase parla del non accontentarsi mai, dell’ossessione di cercare sempre qualcosa di più e dell’inutilità, per lo più, di inseguire qualcosa di impossibile arrivando a deteriorarsi. Abbiamo avuto esperienze simili sia come band che ognuno singolarmente, è un tema che pensiamo in tempi come questi sia all’ordine del giorno. Come le altre canzoni dell’album anche questa ha una metafora di un elemento, in questo caso è il magma, che rappresenta il delirio di onnipotenza.
Il vostro sound mescola influenze rock, stoner, indie e british. Come siete riusciti a fondere questi generi diversi in un’unica identità musicale, e quali sono le vostre principali fonti di ispirazione?
E’ stato sicuramente un lungo processo e continua ad esserlo, nel senso che la ricerca verso un suono e un’identità è sempre in continua evoluzione. Venendo come musicisti da generi e ascolti diversi, ognuno ha cercato di portare le sue influenze nel progetto e pensiamo che questo possa essere un punto di forza. Se c’è una band che accomuna tutti noi a livello di ispirazione non possiamo non citare i Queens of the Stone Age.
La vostra biografia descrive Sharasad come un viaggio notturno in un locale fumoso con storie da raccontare. Potete condividere qualche aneddoto interessante o memorabile che ha influenzato la vostra musica o la vostra immagine di band?
Diciamo che il tema del deserto è sempre stato abbastanza al centro del nostro percorso. Il fascino che ha per tutti noi è probabilmente dovuto al mistero che porta con sé questo posto mistico. Il nome Sharasad, che si riferisce appunto alla fiaba de Le Mille e una Notte, vuole essere un riferimento sia all’ambiente desertico, sia al fatto che noi, proprio come la protagonista Sherazade, raccontiamo storie attraverso i nostri testi e la nostra musica.
“Obsidian Chase” anticipa l’uscita del vostro album di debutto “Tales from the Rabbit Hole”. Cosa possono aspettarsi i vostri fan da questo album e quali sono i temi principali che avete esplorato nei brani?
Tales from the Rabbit Hole è un insieme di 8 racconti che hanno come protagonisti 8 diversi elementi cardine. Questi elementi rappresentano le debolezze dell’essere umano che deve soccombere alla potenza di qualcosa di superiore e che non riesce a controllare. La tana del coniglio è il luogo dove questi sogni sono racchiusi, le musiche e i suoni sono pesanti ma allo stesso tempo vogliono cullare questo viaggio verso l’angoscia e l’oscurità. Abbiamo voluto aprire l’album con un’oscura “ninna nanna”, in modo che l’ascoltatore possa chiudere gli occhi e, attraverso un sogno, calarsi nella tana del coniglio.