Mangiare le arance per aiutare il fegato grasso

Condividi

Consumare 4 arance al giorno per 4 settimane migliora la steatosi epatica in un terzo dei pazienti affetti da questa patologia. Questo è il risultato della sperimentazione clinica condotta su 60 pazienti dai ricercatori dell’Irccs Saverio de Bellis di Castellana Grotte, da anni punto di riferimento in Puglia per il trattamento della steatosi epatica.

I risultati, recentemente pubblicati su una rivista internazionale specialistica del settore, sono il frutto di uno studio multidisciplinare, con la dottoressa Maria Notarnicola prima firmataria dell’articolo, che ha visto la partecipazione di numerosi ricercatori dell’Istituto castellanese oltre ad una prestigiosa collaborazione con il prof. Fontana dell’Università di Sidney.

Le proprietà benefiche dei flavonoidi per la prevenzione di malattie croniche da ascrivere principalmente alla loro attività antiossidante ed antinfiammatoria sono già note da tempo. Tuttavia, come spiega il Direttore Scientifico dell’Irccs “de Bellis”, Gianluigi Giannelli, “i dati disponibili in letteratura sino ad oggi erano molto preliminari, avendo dimostrato che il consumo del succo d’arancia per un periodo di due settimane ha un effetto benefico nei topi da laboratorio.

Nel nostro studio, invece, una dieta arricchita di arance consumate nella loro interezza è stata prescritta a pazienti con steatosi epatica in uno studio clinico controllato randomizzato”. A fare la differenza, con gli studi già presenti nella letteratura internazionale, è stata la qualità del disegno sperimentale dello studio e la possibilità, grazie alla multidisciplinarità dell’Irccs “de Bellis”, unico nel territorio regionale, di misurare la quantità del grasso accumulato nel fegato mediante fibroscan, oltre ad una valutazione dei nutrienti ingeriti con la dieta quotidianamente.

“L’approccio metodologico fa una enorme differenza nel campo della ricerca scientifica, irrobustendo le conclusioni e consentendo il confronto con gli altri studiosi in ambito internazionale”.  Questo studio internazionale, che ha visto la partecipazione del prof. Fontana esperto mondiale nel campo della longevità, rende ragione della oramai affermata capacità di fare rete da parte dell’Irccs de Bellis.

“Il respiro internazionale del nostro Istituto nel campo della ricerca scientifica fortemente perseguito dalla direzione scientifica rappresenta un ulteriore segnale del ruolo che oramai ha assunto l’Irccs de Bellis, che valica i confini regionali e nazionali”, commenta il direttore generale Tommaso Stallone che ribadisce come “il lavoro sinergico ha nella ricerca scientifica il fulcro per migliorare sempre di più l’assistenza al cittadino”.

anynamenews

anynamenews

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *