Il cantautore Raffaele Poggio ci racconta in esclusiva il suo nuovo singolo “Fatti sentire”.
Nel tuo percorso artistico, hai menzionato di aver affrontato diverse difficoltà. Qual è stata la sfida più grande che hai dovuto superare e come ti ha aiutato a crescere come artista?
Penso che la sfida più grande sia anche quella attuale ovvero come arrivare alle persone. Purtroppo ci sono ostacoli grandissimi attraverso particolari canali che hanno maggior pubblico sia a carattere radiofonico che televisivo che sono poi gli stessi che danno notorietà ad un artista. Senza di essi non si ha purtroppo la credibilità quindi viene a mancare l’interesse per l’artista stesso che rimane uno come tanti nell’ombra. Cerco ancora oggi di bypassare questo problema essendo molto presenti sui social con contenuti che possano essere attraenti per chi mi segue da tempo e per nuove persone e musicalmente sperimento per incontrare il gusto di un maggior numero di ascoltatori.
Il testo di ‘Fatti sentire’ è molto potente e diretto. C’è un verso o un passaggio del brano a cui sei particolarmente legato? Perché?
DI TE NON GLI INTERESSA, DI TE NON GLIENE IMPORTA; LA VITA NON È QUESTA CAMBIALA. È un po’ quello che patiscono tutti gli artisti con gavetta che continuano a provare e riprovare, incontrando persone che sono interessate a ben altro che al profilo artistico, illudendoli e facendo quasi a volte patire la passione stessa della musica o della recitazione. Però, ad un certo punto, occorre comprendere che non bisogna farsi abbattere ed influenzare da questa energia negativa bensì riporre proprio nella musica e nella creatività, il mezzo per uscire da quel circolo vizioso e continuare con tenacia verso il proprio obiettivo.
Come vedi il ruolo degli artisti indipendenti nel panorama musicale italiano attuale? Pensi che ci siano sufficienti opportunità per emergere e farsi conoscere?
Come detto sopra, mi rifaccio alla problematica, ovvero non c’ è abbastanza modo di emergere e FARSI SENTIRE e non a caso ho scritto questo brano. Per quanto ti sforzi e fai investimenti, siamo in un periodo storico in cui soprattutto in Italia, si fa musica con strategia a “pacchetto”; manca quindi la fase creativa di cantautorato. Ci sono massimi sistemi che confezionano brani da consumo per artisti che vengono venduti come appunto prodotti senza che abbiano una loro storia o percorso e lo spazio per la musica degli artisti indipendenti viene offuscato dalla presenza delle major.
Hai menzionato l’intenzione di portare la tua musica all’estero. Quali sono i mercati che ti interessano di più e come pensi di approcciarti a un pubblico internazionale?
Vorrei molto suonare live in Spagna dove la musica latina viene apprezzata e anche nell’ Europa dell’Est dove c’è molta attenzione per gli artisti italiani. l’approccio è sempre il mio da anni, vero e diretto. Chi mi segue non conosce solo l’artista che crea musica o recita ma anche l’uomo con i suoi valori ed ideali sempre in prima linea. La mia arma più forte è l’empatia che ho con le persone quindi mi viene facile arrivare a loro con il cuore, con la mia vita e quindi con la musica.