Era il 2 novembre, Ognissanti. L’aria frizzante portava con sé l’odore di foglie secche e un’inquietante sensazione di mistero. Marco, un giovane scrittore in cerca di ispirazione, aveva affittato una vecchia casa isolata, sperando che l’atmosfera lugubre potesse stimolare la sua creatività.
La casa era grande e fatiscente, con stanze buie e corridoi tortuosi che sembravano sussurrare storie dimenticate. Nonostante l’arredamento spartano, Marco si sentiva a suo agio. Accese il camino, preparò una tazza di tè e si sedette alla scrivania, pronto a dare vita alle sue paure più profonde.
La notte avanzava lentamente, e un silenzio opprimente avvolse la casa. All’improvviso, un forte vento ululò contro le finestre, facendo tremare i vetri. Marco si raggomitolò sulla poltrona, cercando di ignorare i rumori strani che provenivano dal piano di sopra.
Con il passare delle ore, i rumori si fecero più insistenti. Passi pesanti echeggiavano nei corridoi, porte sbattevano violentemente e un gemito flebile sembrava provenire dalla soffitta. Terrorizzato, Marco si alzò in piedi e si diresse verso la fonte del suono.
Arrivato alla soffitta, aprì cautamente la porta. L’ambiente era avvolto da una fitta polvere e l’unica luce proveniva da una fessura nel tetto. In lontananza, intravide una figura scura che si muoveva lentamente. Con un grido di terrore, Marco cercò di fuggire, ma la porta si chiuse all’improvviso, intrappolandolo al suo interno.
La figura si avvicinò sempre di più, i suoi occhi brillavano nell’oscurità. Marco cercò di urlare, ma non uscì alcun suono. In quel momento, capì di non essere solo in quella vecchia casa. Qualcosa di oscuro e malvagio lo stava osservando.