É in uscita venerdì 13 dicembre 2024, a trent’anni dalla sua scomparsa, un disco omaggio a Domenico Modugno dal titolo “Modugno sulla Luna” (fuori per Adesiva Discografica, in distribuzione The Orchard), a cura del cantautore Luca Gemma che ha suonato e arrangiato otto brani, prodotti con Paolo Iafelice, per celebrare uno dei suoi artisti preferiti.
L’occasione per pensare a questo disco è arrivata grazie a “Sacre radici – La maestà del legno”, uno spettacolo multidisciplinare di Koreoproject, scritto e diretto dalla coreografa e danzatrice Giorgia Maddamma insieme a Ilaria Milandri e con le immagini di Fabio Serino, di cui Luca Gamma cura le musiche e le canzoni, suonandole in scena. Lo spettacolo, che sarà rappresentato per tutto il 2025, affonda le sue radici nel Salento ed è l’occasione per far ascoltare al pubblico un repertorio di canzoni di Modugno scritte nei primi anni Cinquanta in dialetto salentino. Già, in dialetto salentino! Legato alla tradizione dei cantastorie del sud, Modugno infatti inizia a scrivere canzoni nel dialetto di San Pietro Vernotico in provincia di Brindisi, dove si era trasferito da bambino, pur essendo nato a Polignano a Mare, in provincia di Bari. Ed ecco il punto: tutte quelle canzoni dei primi anni sono scritte in salentino e non in siciliano, come lui stesso aveva contribuito a far credere per poter esordire in un programma radiofonico della Rai. Una ‘trasformazione’ peraltro non difficile in quanto il dialetto salentino è quasi uguale al dialetto siciliano che si parla a Messina.
Il ricordo di Modugno per Luca Gemma si lega inevitabilmente ai lunghi viaggi di famiglia, negli anni Settanta, da bambino, in un tempo di automobili lente e senza autoradio, quando suo padre intonava canzoni da cantare in coro: tra queste “Nel blu, dipinto di blu”, che era nella top cinque insieme a “Vengo anch’io. No, tu no”, “Azzurro”, “Torpedo blu” e “Zum Zum Zum”, che diceva “sarà capitato anche a voi di avere una musica in testa”.
“A me capita spesso e nella mia testa Modugno ha un posto speciale”, racconta Luca Gemma. “Perché mi piace la sua visione poetica, il modo in cui osserva e racconta il mondo, con quel canto confidenziale, senza troppi abbellimenti. Mi piace la sua prepotente capacità espressiva, mi piace il modo in cui si accompagna alla chitarra. Mi piace il modo in cui si accompagna alla malinconia. E poi perché è il primo cantautore moderno, l’uomo che ha spinto la canzone italiana verso la canzone d’autore, che per primo ha scritto musica e parole e le ha cantate mettendoci dentro una verità che al tempo nella canzone italiana non c’era. Perché Domenico Modugno è stato un artista capace di mischiare il sentimento popolare con la cultura, Sanremo con il Premio Tenco – che ha vinto nel 1974 alla sua prima edizione – il festival della canzone di Napoli con Eduardo De Filippo, la commedia musicale di Garinei e Giovannini con il teatro di Strehler, tra Brecht e Pirandello, la televisione con la poesia di Pasolini e Quasimodo.”
“Modugno sulla luna” esce per Adesiva Discografica e contiene otto canzoni suonate e arrangiate da Luca Gemma e prodotte insieme a Paolo Iafelice che le ha mixate e masterizzate. Quattro sono in dialetto: “Cantu d’amuri”, “Lu minaturi”, “Lu grillu e la luna” e “Ventu d’estati”e quattro in italiano: “L’avventura”, “Cosa sono le nuvole”, con le parole di Pier Paolo Pasolini, “Meraviglioso” e “Nel blu, dipinto di blu”. “Alcune sono quasi sconosciute“, racconta sempre Luca Gemma, “altre famosissime e quindi più pericolose. Raccontano l’amore, la sua terra, il lavoro duro, talvolta la morte, il sogno, la meraviglia per la vita e la natura, riuscendo a unire luci e ombre, sole a picco e bagliore lunare. Il disco si chiude con una versione scura, notturna e rarefatta di “Nel blu, dipinto di blu”, un racconto onirico in cui si aggiunge la voce di un altro grande “extraterrestre” della canzone d’autore italiana, Eugenio Finardi, e sono felice e grato che abbia accettato l’invito a cantare con me la terra vista dal cielo infinito“.