L’AVARO IMMAGINARIO CON ENZO DECARO E SCHIANO SUL PALCO DELL’ORFEO

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Il 9 gennaio si va in viaggio nel teatro verso Molière, da Napoli a Parigi 

TARANTO – “L’Avaro Immaginario”. In Viaggio verso Molière, da Napoli a Parigi di Enzo Decaro con Nunzia Schiano arriva al Teatro Orfeo di Taranto il 9 gennaio 2025 alle ore 21.

Con Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, Regia di Enzo Decaro, scene Luigi Ferrigno, costumi Ilaria Carannante, disegno luci Luigi Della Monica, assistente alla regia Roberto Fiorentino

Tra Molière e De Filippo, fra i pensieri di Giordano Bruno e le musiche di Nino Rota, in un teatro dove “tutto è vero e tutto è falso”. La commedia è liberamente ispirata a due delle più celebri opere di Molière (L’avaro e Il malato immaginario) ma Enzo Decaro va oltre nel ricreare uno spettacolo che pulsa di vita propria ed è arricchito con tanti riferimenti alla produzione dei fratelli De Filippo, che furono molto attenti alle opere del drammaturgo francese. In sette quadri, un prologo e un epilogo si dipana un viaggio fisico e psicologico attraverso l’Europa, con una compagnia di giro in fuga dalla peste verso Parigi e alla perenne ricerca del piatto da mettere in tavola: sullo sfondo, le musiche di Nino Rota tratte da  Le Moliére imaginaire con villanelle e canzoni popolari del Seicento napoletano. Una commedia che è anche una tragedia, un teatro che parla di teatro e di vita sferrando una critica alla società del tempo, dominata da superstizione, ignoranza e corruzione.

Sette quadri, un prologo e un epilogo. È un viaggio nel teatro, quello di Molière in primo luogo, ma non soltanto… È anche un viaggio nel tempo quello del Seicento, un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo “quel tempo”. Ed è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno e la sua Compagnia di famiglia, quella dei Fratelli dè Bruno da Nola, (discendenti del grande filosofo Giordano Bruno), una vera “carretta dei comici viaggiante, tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo.

È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière ma anche una fuga dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando “la Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carretto viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”.

E col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della teatrale si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale, già cucinato, offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière (L’Avaro e il Malato Immaginario sono “i cavalli di battaglia” di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattati al luogo e agli astanti). Gli incontri

durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese (con Pulcinella che diventa Scaramouche), di Molière ma forse ancor più di Corneille (che si celerebbe sotto mentite spoglie dietro alcune delle sue opere maggiori) la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno, e la morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi, renderanno davvero unico il viaggio di tutta la “Compagnia di famiglia” commedianti d’arte ma soprattutto persone “umane”, proprio come la grande commedia del teatro, dove “tutto è finto, ma niente è falso”.

Il progetto nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla constatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in occasione della recente ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”. In particolare, “L’ Avaro”e“Il Malato immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile.

Lo spettacolo è tra gli appuntamenti in abbonamento del “Teatro Orfeo 110 anni di storia” per il cartellone 2024/2025. 

Per informazioni, abbonamenti e biglietti: 099 4533590 – 3290779521

www.teatrorfeo.it – info@teatrorfeo.it

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