La neve era caduta incessantemente per giorni, trasformando il paesaggio in un bianco candido. Le strade erano impraticabili, i tetti erano ricoperti da un pesante manto di neve e il freddo era pungente.
In mezzo a questa desolazione invernale, un piccolo villaggio era rimasto isolato dal resto del mondo. I suoi abitanti, abituati alla vita dura, avevano imparato a sopravvivere al rigido clima, ma quella notte, qualcosa di terribile stava per accadere.
Mentre la notte scendeva, una strana nebbia cominciò a avvolgere il villaggio. Era una nebbia densa e vischiosa, che sembrava viva e si muoveva come se avesse una mente propria. Gli abitanti del villaggio, spaventati, si rifugiarono nelle loro case, sperando che la nebbia scomparisse presto.
Ma la nebbia non scomparve. Anzi, peggiorò. La visibilità era ormai ridotta a pochi metri e il freddo era diventato ancora più intenso. Gli abitanti del villaggio, intrappolati nelle loro case, iniziarono a sentire strani rumori provenire dall’esterno.
Erano rumori di passi, di graffi e di urla. Qualcuno stava vagando nella nebbia, cercando di entrare nelle case. Gli abitanti, terrorizzati, si barricarono nelle loro stanze, ma i rumori non cessarono.
Infatti, la nebbia era viva. Era una creatura malvagia, che si nutriva della paura degli uomini. E quella notte, nel villaggio, la paura era abbondante.
Uno dopo l’altro, gli abitanti del villaggio furono uccisi dalla nebbia. La loro carne fu strappata e divorata, i loro ossa furono spezzate e i loro gridi furono soffocati dalla nebbia stessa.
Il villaggio era diventato un campo di battaglia, un luogo di orrore e morte. La nebbia, sazia di carne umana, si ritirò lentamente, lasciando dietro di sé un paesaggio desolato e silenzioso.
La neve continuò a cadere, coprendo le tracce della nebbia e dei suoi orribili crimini. Il villaggio era stato cancellato dalla faccia della terra, dimenticato da tutti, tranne che dagli spiriti dei suoi abitanti, che continuavano a vagare nella nebbia, eternamente condannati a rivivere quella notte di terrore.