Perché si dice “A buon intenditor poche parole”? 7 curiosità su questo proverbio

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Il proverbio “A buon intenditor poche parole” è un’espressione popolare italiana che invita alla concisione e all’efficacia comunicativa, suggerendo che chi è intelligente e perspicace non necessita di lunghe spiegazioni per comprendere un concetto. Ma qual è la sua origine? E quali curiosità si celano dietro questo detto? Scopriamolo insieme in questo articolo ottimizzato SEO.

Significato e origine del proverbio

Il significato di “A buon intenditor poche parole” è piuttosto chiaro: una persona intelligente e attenta (“intenditore”) è in grado di cogliere il significato di un messaggio anche con poche parole, senza bisogno di dettagli superflui. L’origine di questo proverbio è antica e incerta, ma si ritiene che derivi da una locuzione latina: “Dictum sapienti sat est” (“Al sapiente basta una parola”). Questa frase era già in uso presso gli antichi Romani e fu poi ripresa nel XIV secolo da Boccaccio nel suo “Decameron”.

7 curiosità sul proverbio “A buon intenditor poche parole”

  1. Varianti: Esistono alcune varianti di questo proverbio, come “A buon intenditore poche parole bastano” o “A orecchie intendenti poche parole”.
  2. Contesto d’uso: Il proverbio viene spesso utilizzato in contesti informali, tra amici o familiari, ma può essere impiegato anche in situazioni più formali, come in ambito lavorativo o accademico.
  3. Esempio pratico: Immagina di dover spiegare a un amico perché non puoi partecipare a un evento. Invece di fornire una lunga e dettagliata giustificazione, potresti semplicemente dire: “Ho un impegno improrogabile”. Se il tuo amico è un “buon intenditore”, capirà subito la situazione senza bisogno di ulteriori spiegazioni.
  4. Il ruolo dell’intenditore: Il proverbio sottolinea l’importanza dell’intelligenza e della perspicacia dell’interlocutore. Un “intenditore” è una persona capace di comprendere il non detto, di cogliere le sfumature e di interpretare correttamente il messaggio.
  5. Comunicazione efficace: “A buon intenditor poche parole” promuove una comunicazione efficace e concisa, evitando ridondanze e inutili giri di parole.
  6. Rapporto con altri proverbi: Questo proverbio si lega ad altri detti popolari che esaltano l’intelligenza e la capacità di comprensione, come “Chi ha orecchie per intendere intenda”.
  7. Diffusione internazionale: Sebbene sia un proverbio tipicamente italiano, concetti simili si ritrovano in diverse culture e lingue, a testimonianza del valore universale dell’efficacia comunicativa.

Conclusione

“A buon intenditor poche parole” è un proverbio che racchiude una grande saggezza popolare, invitandoci a comunicare in modo chiaro, conciso ed efficace. Un monito sempre valido, soprattutto nella società odierna caratterizzata da un flusso continuo di informazioni.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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