Dal 4 febbraio 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “IN ATTESA”, il nuovo singolo di Edoardo Fabbretti per Matilde Dischi.
“In attesa” è un brano in cui l’uomo desidera ardentemente trasformarsi in macchina, mescolando e confondendo presente e futuro. A un certo punto, l’individuo non riesce più a comunicare con il proprio cervello e perde il senso di stimoli umani, come l’apparente banalità di un gesto quotidiano come andare in bagno. Rimane immobile, in attesa di una voce che gli indichi quando alzarsi e cosa fare, come un navigatore satellitare che guida l’uomo a liberarsi da qualsiasi pensiero e a denaturalizzarsi.
Il pop elettronico del brano accentua questa sensazione di robotizzazione. Tuttavia, la delicatezza del violino emerge, come un segno che siamo ancora vivi e che c’è ancora tempo per sfuggire da questa condizione.
Viviamo ogni giorno tentativi, tutt’altro che fallimentari, di fusione tra uomo e tecnologia, l’uomo ne uscirà vincitore o sconfitto?
Spiega l’artista a proposito del brano: “Ho iniziato a canticchiare il ritornello di questo brano un giorno mentre, in macchina, il navigatore mi suggeriva una strada che in realtà conoscevo già. Ho pensato ‘ma a cosa mi serve ora questa voce assillante? La mia mente ha cominciato a viaggiare e ho immaginato questa dimensione, nemmeno troppo distante, dove l’uomo non ha più poteri e stimoli. Si fida più di ‘OK GOOGLE’ e ‘ALEXA STOP’ che del suo istinto e della sua memoria. Ho appuntato al volo il ritornello ed appena tornato a casa è nata la canzone. Le mie canzoni nella maggior parte dei casi nascono da ritornelli che senza motivo mi girano in testa! Non so se “in attesa” è un brano che mi rappresenta come cantautore ma sinceramente questo mi interessa poco. Ciò che mi interessa davvero è far riflettere gli ascoltatori ed immergerli all’interno di atmosfere dando anche la possibilità di immedesimarsi nel protagonista. Sempre con la giusta ironia! Il sound è una cosa che viene di conseguenza. Il mio genere? Cercate di capirlo voi perché io davvero non lo so!”