TEATRO: “L’Oreste”, con Claudio Casadio una riflessione sulla salute mentale tra recitazione e animazione grafica

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Domenica 9 alle 17.30 spazio al teatro ragazzi con “+Erba”, spettacolo interattivo per coinvolgere giovani spettatori e spettatrici nella creazione di una città immaginaria

L’Oreste è stato abbandonato da piccolo e vive in un manicomio. Però è sempre allegro, canta, disegna, non dorme mai, scrive alla sua fidanzata e chiacchiera con tutti, soprattutto con Ermes, il suo compagno di stanza. Peccato che Ermes non esista. Venerdì 7 e sabato 8 febbraio ore 21.00 al Teatro Cantiere Florida di Firenze (via Pisana 111 Rosso), nell’ambito della stagione di prosa a cura di Elsinor Centro di Produzione Teatrale, andrà in scena “L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi”, riflessione sulla salute mentale valsa al suo interprete Claudio Casadio il Premio Nazionale Franco Enriquez 2023 come miglior attore. Nei panni del personaggio scritto appositamente per lui da Francesco Niccolini – già autore per Marco Paolini, Alessio Boni, Leo Gullotta, Anna Bonaiuto – e diretto da Giuseppe Marini, Casadio è al centro di un lavoro originalissimo, di struggente poesia e forza, in cui fluiscono momenti drammatici e altri teneramente comici. A impreziosire questa coproduzione Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri, in collaborazione con Lucca Comics & Games, un’animazione grafica di straordinaria potenza firmata dal fumettista e illustratore Andrea Bruno, tra i fondatori della rivista “Canicola” (info e ingressi www.teatroflorida.it).

L’Oreste vive da quarant’anni all’Ospedale Psichiatrico di Imola. Da un orfanotrofio a un riformatorio è finito lì dentro e non è mai uscito: si è specializzato a trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento peggiore. Nel suo passato ci sono avvenimenti terribili che ha rimosso ma dai quali non riesce a liberarsi: la morte della sorella preferita, la partenza del padre per la guerra, il suo ritorno dalla campagna di Russia tre anni dopo la fine di tutto e poi la sua  nuova partenza, di nuovo per la Russia, per una fantastica carriera come cosmonauta, e – come se non bastasse – la morte della madre, una madre che lo ha rifiutato quando era ancora ragazzino con i primi problemi psichici. L’Oreste è una riflessione sull’abbandono e sull’amore negato. Su come la vita non faccia sconti.

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