FORMS: in che modo il cervello modula le forme di azione durante le interazioni tra esseri umani e tra esseri umani e robot?

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In che modo comprendiamo ed esprimiamo le diverse forme di azione durante le interazioni sociali? È la domanda centrale del progetto FORMS, con cui il docente dell’Università di Parma Giuseppe Di Cesare (Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco) con il suo gruppo di ricerca ha conquistato il Consolidator Grant del Fondo Italiano per la Scienza (Panel SH4: The human Mind and Its Complexity) promosso dal Ministero dell’Università e Ricerca

Investigating how the brain modulates the forms of action during human-human and human-robot interactions (Studiare come il cervello modula le forme di azione durante le interazioni tra esseri umani e tra esseri umani e robot) il titolo per esteso del progetto, incentrato appunto sullo studio dei meccanismi neurofisiologici che permettono di comprendere ed esprimere le diverse forme di azione durante le interazioni sociali.

Finanziato per un totale di 1.655.091 euro, FORMS estende le ricerche neuroscientifiche al campo delle forme dell’azione espresse nei comportamenti sociali. Nello specifico, ogni semplice azione quotidiana può essere compiuta in modi differenti: ad esempio, si può passare una bottiglia in modo gentile o brusco, così come si può stringere una mano in modo freddo o caloroso. Queste forme d’azione sono chiamate vitality forms e sono alla base della comunicazione sociale, in quanto forniscono informazioni preziose sull’atteggiamento di ognuna e ognuno di noi. Ad esempio, osservando il modo in cui una persona ci saluta possiamo capire se quella persona è davvero felice di vederci o se si tratta semplicemente di un saluto di circostanza.

Nelle ricerche precedenti, utilizzando tecniche di imaging tradizionali come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), Giuseppe Di Cesare con il suo gruppo ha studiato le basi neurali dei vitality forms, fornendo le prime evidenze sul fatto che l’osservazione di azioni gentili e rudi e l’esecuzione delle stesse azioni producono l’attivazione di due specifiche aree cerebrali: l’insula dorso-centrale e la corteccia cingolata media. Tuttavia, a causa della posizione profonda di queste due regioni cerebrali e di alcuni limiti delle tecniche utilizzate, non è stato possibile comprendere appieno il funzionamento di questo network.

Uno degli aspetti più innovativi del progetto FORMS è quello di integrare le neuroscienze e la robotica con l’obiettivo di studiare in tempo reale il comportamento umano e l’attività neurale durante lo sviluppo di azioni comunicative, sia tra esseri umani sia tra esseri umani e robot. Per questo scopo, per la prima volta il robot umanoide iCub dell’Istituto Italiano di Tecnologia sarà utilizzato come agente interattivo. Questa innovazione tecnologica e le avanzate metodologie adottate consentiranno di comprendere come il cervello umano possa modulare le azioni in contesti sociali e interattivi.

I risultati di questo progetto costituiranno un vero progresso nella conoscenza delle basi neurali della comunicazione sociale, cercando di migliorare la codifica di questi aspetti comunicativi dell’azione in patologie caratterizzate da disturbi sociali come ad esempio l’autismo. Inoltre, il secondo obiettivo del progetto FORMS è quello di dotare il robot umanoide iCub della capacità di riprodurre vitality forms umani. Questo trasferimento tecnologico rappresenterà un’innovazione significativa nel campo della robotica, gettando le basi per un futuro in cui i robot saranno in grado di comprendere ed esprimere questi aspetti fondamentali della comunicazione sociale.

anynamenews

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