Brezza: Dalla profondità all’illusione, un viaggio musicale di Martina Marchetti

Condividi

La cantautrice Martina Marchetti ci parla in esclusiva del suo nuovo singolo “Brezza”.

“Brezza” ha un sound molto delicato e introspettivo. Quali emozioni e pensieri volevi trasmettere con questo brano rispetto a “Illusa”?

Rispetto ad “Illusa”, che approfondiva l’illusione e trattava speranze vanificate e maschere indossate, “Brezza” è caratterizzata da serenità e spensieratezza, approfondendo così il delicato equilibrio tra leggerezza e profondità.

Hai inserito una citazione dalla Divina Commedia di Dante nel testo. Come è nata l’idea di questo riferimento letterario e cosa rappresenta per te?

La citazione Dantesca appartiene al canto V dell’opera “Inferno”. In questo canto viene infatti approfondita la tematica dell’amore, spiegata da due figure importanti: Paolo e Francesca. Mi è rimasto particolarmente in mente la frase “Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende”, ovvero, ad un cuore capace di provare alti sentimenti, l’amore si insidia velocemente. Ritengo questa citazione estremamente vera e personale.

Nel brano parli di cambiamento e transizione. Qual è stato il momento della tua vita che più ha ispirato questi temi?

Sono convinta che nella vita ci siano moltissimi momenti caratterizzati da cambiamenti, che ci richiedono di abbandonare il nostro posto sicuro e di tuffarci in una realtà totalmente differente. Questi momenti sono essenziali e quotidiani, per esempio anche solo la fine dell’estate ci porta a vivere in modo diverso il giorno, ad avere più impegni e la mente più occupata da pensieri.

La tua musica sembra unire leggerezza e profondità. Come riesci a bilanciare questi due elementi nella tua scrittura e nella composizione?

Volevo che l’accompagnamento del testo fosse delicato, dolce e spensierato, che desse l’idea di un viaggio estivo che si sta per concludere. Credo che leggerezza non significhi superficialità, ed è proprio per questo motivo che ho deciso di scrivere un testo che cita diversi poeti come Dante (canto V dell’Inferno della Divina Commedia) e Montale (Corno Inglese, dalla raccolta di Ossi di Seppia).

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *