“Lo specchio e il suo doppio” apre con successo la rassegna del Conservatorio Paisiello per il Centenario della SIMC

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“Lo specchio e il suo doppio“, un tributo ai grandi compositori del Novecento filtrato attraverso le personalità e le musiche degli allievi della Classe di Composizione del Conservatorio “G. Paisiello” di Taranto

Lo scorso giovedì 12 ottobre il Conservatorio “G. Paisiello” di Taranto, in occasione del Centenario della SIMC (Società Italiana di Musica Contemporanea), ha inaugurato la rassegna dal titolo “Discreti Sottoarmonici”.

Il concerto d’apertura, “Lo specchio e il suo doppio”, ha visto protagoniste le musiche degli allievi della classe di Composizione del M° Michele Pezzuto, liberamente ispirate al repertorio, cameristico e non, di compositori italiani delle generazioni precedenti.

Presenti in sala, oltre al M° Michele Pezzuto, anche il direttore del conservatorio, M° Gabriele Maggi, e il vicedirettore, M° Flavio Manganaro. Ospite d’eccezione il M° Biagio Putignano, delegato nazionale della SIMC, compositore e figura di riferimento della Musica Contemporanea.

I BRANI MUSICALI

Ad aprire il concerto è stato “Flusso Sequenza, un brano di Gabriella Latte liberamente ispirato
alla sequenza per flauto solo di Luciano Berio ed eseguito da Laura Scardino (flauto), Pietro Fornaro (oboe) e Maria Pia Esposto (clarinetto). È questo un rifacimento del pensiero, perché finiamo spesso per “sprofondare in abissi di riflessioni e considerazioni che ci scavano dentro…, come una tana di talpa”, diceva il Moscarda di Pirandello. Sono qui giustapposte sequenze di pensieri che vedono schiuderne sempre di nuovi come fossero un flusso gravido di perpetua propaggine, via via più numerosa, man mano
rinnovata, velata nella nebbia dell’irrazionale, ma che, in quest’ultima, vede il custode della logica dei suoi suoni. È un rifacimento del pensiero che fluidifica un volume già esistente, immettendo nuova portata al suo flusso: “Flusso-sequenza”.

“Schécci” è un brano di Giuseppe Gallo, liberamente ispirato al “Nonsense” di Goffredo Petrassi ed eseguito da Claudia Consiglieri (soprano), Pietro Candido (tenore), Giuseppe Gallo (pianoforte), Gabriele Rizzo (fagotto) ed Ettore Totaro (vibrafono). Il titolo è una deformazione che lascia già intendere la sua struttura. Esso, infatti, consiste in una successione di sette sketch, ovvero scenette comico-musicali indipendenti fra loro, che hanno come unico filo conduttore la mancanza di logica nella trama e il madrigalismo sonoro che accompagna il testo. I titoli delle sette scenette sono stati composti secondo il principio del “binomio fantastico”, che consiste nell’associare in modo casuale due concetti distanti fra loro, al fine di generare un racconto. La voce è un mix tra recitazione e vocalità, sussurri, urla e falsetti, dialogo e intonazione, mentre la musica è insieme sfondo e co-protagonista, con uno stile madrigalistico che unisce forme classiche destrutturate, semplice atonalità, armonia composta e serialità dodecafonica.

“Fili mi, in media via caeli vola!”, è un brano di Noemi Decataldo liberamente ispirato alla composizione “Tre pezzi per clarinetto solo” di Igor Stravinskij, eseguito all’oboe da Pietro Fornaro. Stando alla mitologia, il Re Minosse rinchiuse Dedalo ed il figlio Icaro in un tortuoso labirinto senza via di fuga. La necessità di fuggire ispirò al padre la famosa invenzione di quel sistema di volo per il figlio fatto di fango e cera. Il viaggio solitario di Icaro verso la libertà sembra il canto di un oboe, solitario anch’esso, che si schiude nella geografia timbrica improporzionata di ciò che è alto, basso, sopra e sotto. Andare verso l’alto. Ma non troppo, pena la vita. L’ultimo, arcinoto movimento del protagonista dischiude un nuovo orizzonte: per salire bisogna scendere.

“Anamorfosi – dedicato a Sergio”, è un brano di Monica Scarano liberamente ispirato all’ottavo quartetto per archi di G.F. Malipiero, ed eseguito all’oboe da Pietro Fornaro, al clarinetto da Maria Pia Esposto e al fagotto dal M° Giacomo Maggiolini. Questo brano omaggia il quartetto d’archi “per Elisabetta” di Gian Francesco Malipiero. Le caratteristiche di questo quartetto che si son volute corteggiare nella stesura del brano presentato sono: la varietà e sinergia delle tecniche compositive (dal contrappunto alla serialità), la valorizzazione della timbrica e dell’idioma strumentale, la morbidezza e freschezza dei fraseggi, l’avvicendarsi agogico e metrico ed un profumo di leggerezza che pervade l’intera composizione. L’autrice ha dedicato la sua composizione a suo figlio Sergio, realizzando un trio d’ance, strutturato in una giustapposizione di “quadretti sonori”, che affondano le proprie radici nel vissuto talvolta emotivo e talvolta reale. Ad esempio, nel comporre il “terzo quadretto” si è partiti dalla sonorità della cardiotocografia, ovvero il cosiddetto “tracciato in gravidanza”, così come nel finale si è cercato di rendere in una “texture” giocherellona e semplice, l’innocenza e l’allegria di un bimbo.

“Lo specchio e il suo doppio”, che dà il nome al concerto, è un brano di Alessandro D’Oronzo eseguito da Alessandra Pulpito (flauto) e Pietro Fornaro (oboe). Stiamo vivendo quello che vorremmo capire? Uno specchio è riflettere un’azione a quanti oggetti? Due? Tre? Uno? E se uno, in sé diviso o intero? Immaginario della riflessione. Definizione di piani del suo vasto campo semantico. Strutturazione riduttiva e per questo capace di unire tra loro punti altrimenti lontani. Cristallizzazioni, rilievi, oggetti e riflessi di
alcune forme concettuali udibili grazie all’azione in musica.

“Come uno stormo di Aironi” di Stefano Modeo, liberamente ispirato al “Clair” di Franco Donatoni, è un brano per clarinetto solo eseguito da Fabio Castiello. Ciò che può sembrare aleatorio ai nostri occhi, pare in realtà abbia una sua ragion d’essere. Capita spesso di osservare sistemi complessi nei quali l’apparente caos sembra prevalere su ogni principio d’ordine. Spesso, infatti, la loro imprevedibilità può essere un modo per disorientare chiunque abbia pretesa di comprenderli. Una strategia, insomma, volta a rendere
meno vulnerabile l’intero gruppo verso qualunque cosa possa comprometterne la stabilità interna. Che sia uno stormo di aironi che si muove nel cielo, un gruppo di persone che affolla una grande sala o una tessitura di suoni che si evolve in uno spazio sonoro, ci sarà molto probabilmente la possibilità di dare un senso anche profondo a ciò che ai nostri occhi si mostra come caotico disordine superficiale.

Ha chiuso il concerto “Susurrabant voces – Armonia empatica”, un brano di Lorenzo Semeraro liberamente ispirato a “He”, per pianoforte solo, di Niccolò Castiglioni ed eseguito da Ettore Totaro (vibrafono), Paola Simeone (violoncello) e Stefano Modeo (pianoforte). “Susurrabant Voces – armonia empatica” è una composizione che cattura l’essenza dell’empatia attraverso la musica, creando, attraverso una melodia cupa, un’atmosfera di connessione profonda. Le voci sussurrate emergono come un sussurro gentile nell’orecchio dell’ascoltatore, trasmettendo empatia, comprensione. Gli strumenti si fondono “armoniosamente”, creando un’esperienza sonora coinvolgente che invita l’ascoltatore a immergersi nell’arte dell’empatia. “Susurrabant Voces – armonia empatica” è un viaggio emotivo che rafforza il legame tra chi ascolta e chi suona, evocando una profonda connessione umana.

CONCLUSIONI

I brani eseguiti, nell’insieme, hanno saputo trovare una strada unica e alternativa rispetto alle musiche di partenza, prova di come determinate risorse musicali possano essere utilizzate in modo del tutto personale e con chiavi di lettura differenti in base al gusto e allo stile di ogni compositore.

PROSSIMI APPUNTAMENTI

Gli altri appuntamenti della rassegna, sempre al Conservatorio Paisiello:

  • Lunedì 16 ottobre, ore 18:30: “Ipertesto”, concerto per pianoforte solo, con la partecipazione di allievi e professori. Musiche di autori italiani del Novecento storico
  • Martedì 17 ottobre, ore 18:30: “Oltretonali”, concerto con organico cameristico, con la partecipazione di allievi e professori. Musiche di autori italiani e stranieri del Novecento storico
Angela Astone

Angela Astone

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