Creepypasta – Ombra di Kyoto

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La nebbia avvolgeva Kyoto come un sudario, offuscando i contorni dei templi antichi e dei giardini zen. Haruko, una giovane studente di letteratura, si trovava sola nella vecchia casa di famiglia, ereditata dalla nonna. Desiderosa di immergersi nello studio per la sua tesi, aveva scelto di trascorrere un periodo di solitudine in quella dimora impregnata di storia.

Le notti, però, si rivelarono più inquietanti del previsto. Strani rumori echeggiavano nei corridoi, porte scricchiolavano da sole e un’ombra indefinita sembrava seguirla ovunque andasse. Inizialmente attribuì tutto alla sua immaginazione, esasperata dalla solitudine e dalla cupa atmosfera della casa. Ma quando cominciò a sentire un freddo intenso, anche nelle stanze più soleggiate, e a percepire un’opprimente sensazione di essere osservata, la paura si fece strada nel suo cuore.

Una notte, svegliata da un lamento soffocato, Haruko si alzò dal letto e si diresse verso la fonte del suono. La porta del salotto era socchiusa e una flebile luce filtrava dalla stanza. Con il cuore in gola, spinse la porta e rimase immobile. Seduta su una vecchia sedia a dondolo, ai piedi del focolare spento, c’era una figura femminile avvolta in un kimono bianco. Il suo volto era nascosto nell’ombra, ma i suoi occhi brillavano di una luce innaturale.

Terrorizzata, Haruko cercò di urlare, ma non uscì alcun suono. La figura si voltò lentamente verso di lei, e per un attimo le sembrò di riconoscere quei tratti. Era il volto della nonna, ma con un’espressione di infinita tristezza e rabbia.

“Perché mi hai dimenticato?”, sussurrò la figura, la sua voce rauca e cavernosa.

Haruko, paralizzata dalla paura, non riuscì a rispondere. La figura si alzò dalla sedia e si avvicinò lentamente, allungando una mano scheletrica verso di lei. In quel momento, un tuono scosse la casa e le luci si spensero, lasciando Haruko avvolta dalle tenebre più complete.

Al mattino, Haruko si svegliò sudando freddo, rannicchiata in un angolo del suo letto. La casa era avvolta da un silenzio innaturale e la figura svanita nel nulla. Decise di lasciare la casa il prima possibile, ma mentre si affacciava alla finestra, vide la figura della nonna seduta nel giardino, che la fissava con un sorriso triste.

Haruko capì che non sarebbe mai più stata la stessa. L’ospite inatteso l’aveva segnata per sempre, e la sua anima era ormai legata a quella della casa e dei suoi oscuri segreti.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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