“Viaggio musicale oltre i confini: La storia dei Tanz Akademie

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Intervista esclusiva ai Tanz Akademie, band alternative rock piemontese. Dal singolo “The Vampire” all’album di debutto ‘Hullabaloo’

Francesco Nada (sassofono, chitarra), Luca Assisi (chitarra), Matteo Boglietti (corno francese), Giovanni Lo Vano (voce, chitarra), Matteo Cicolin (batteria) e Michele Reggio (basso) sono i sei componenti della giovane band dalle grandi sorprese.

Da venerdì 23 febbraio 2024 i Tanz Akademie saranno in rotazione radiofonica con il loro primo singolo, “The Vampire” (Overdub Recordings), già disponibile sulle piattaforme digitali dal 20 febbraio. Mentre il 26 aprile 2024 uscirà il loro album di debutto “Hullabaloo”, sempre per Overdub Recordings.

Qual è stata l’ispirazione dietro il singolo “The Vampire” e come avete trasformato l’idea di una relazione non sana in un brano up-tempo e coinvolgente?

Giovanni: ci piacciono molto le contraddizioni apparenti, quando una canzone è up-tempo ma il testo è cupo, o viceversa. Comunque mi immagino la musica e il testo di questo brano come fine di un percorso, con una consapevolezza in più, funge da liberazione.

Potete raccontarci di più sull’esperienza di registrazione dell’album di debutto “Hullabaloo” in una sola settimana? Come avete affrontato il processo creativo e cosa vi ha spinto a sintetizzare anni di crescita musicale in questo lavoro?

Luca: Prima di entrare in studio anche noi temevamo una settimana fosse poco tempo per fare un album di 12 tracce. Tuttavia in quei giorni una parte importante del lavoro era già stata fatta.. cioè adesso esagero.. Però grazie alle lunghe discussioni, alle sessioni di prove e soprattutto grazie alle demo fatte nei mesi precedenti (seguite da altre lunghe discussioni), siamo arrivati in studio che avevamo già chiaro il sound che volevamo ottenere per ogni pezzo. Gli arrangiamenti e le sovraincisioni  erano in gran parte già state provate e le questioni su cui ci siamo dovuti fermare a discutere in quei giorni di registrazione sono state veramente poche. Inoltre abbiamo avuto la fortuna di lavorare con Salvatore Marano e Riccardo Salvini, che in qualità di sound engineer e di produttore artistico ci hanno seguiti e hanno organizzato nel dettaglio le sessioni di registrazione. Lo studio si chiama “La Bucaniera” ed è situato in una baita in montagna in cui abbiamo vissuto per tutta la settimana, è stato semplicemente stupendo: la mattina si stava in studio, qualcuno registrava, qualcuno ascoltava e dava le sue impressioni, qualcun altro preparava il caffè e poi tornava ad ascoltare. Dopo pranzo si ascoltava con calma il lavoro del mattino e si ripartiva fino a tardo pomeriggio. La sera birrette e chiacchiere in tranquillità. A pensarci adesso è strano, perché eravamo molto concentrati ma allo stesso tempo rilassati e sereni, questa cosa è possibile?

La vostra musica abbraccia una vasta gamma di influenze, dal post-punk al jazz, al folk e all’alternative-pop. Come avete combinato queste influenze per creare un sound unico e riconoscibile come quello dei Tanz Akademie?

Giovanni: Difficile da rispondere, ciò che è nel disco, il sound, è stato un percorso lungo ma comunque naturale, poco premeditato; è il risultato di anni di sala prove e di live venuti male (ora capiamo, necessari). Siamo soddisfatti del suono che abbiamo trovato ma c’è ancora da crescere, da definirsi, come è giusto che sia, come deve essere.

Avete programmi per portare la vostra musica oltre i confini nazionali, considerando i vostri concerti in Europa nel 2024? Come pensate che la vostra musica possa essere recepita in contesti culturali diversi da quello italiano?

Giovanni: Essendo i nostri testi in Inglese, ed essendo l’esterofilia una parte comunque caratterizzante di ciò che siamo come band, come artisti e come persone, ci riteniamo adatti ad un contesto internazionale, più ancora, a volte, che al contesto musicale Italiano. Faremo dei concerti all’estero per la prima volta quest’anno e, oltre a essere contentissimi e grati, speriamo che anche questo ci aiuti a formarci e a consolidarci ancora di più come musicisti, persone e come gruppo.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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