Creepypasta – La Cena Inquietante

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Erano riuniti in quella vecchia villa, un gruppo di amici legati da un’infanzia trascorsa insieme. Il camino crepitava, le candele tremolavano, e un’atmosfera ovattata avvolgeva la sala da pranzo. Il menù era ricco, i vini pregiati, ma c’era qualcosa di strano nell’aria, un’ombra di inquietudine che si insinuava tra le risate e le chiacchiere.

Marco, l’ospite, aveva deciso di preparare una cena a sorpresa, un menu ispirato a leggende locali. Mentre gustavano un antipasto di funghi selvatici, Marco iniziò a raccontare una storia inquietante sulla villa, legata a strani fenomeni e presenze invisibili. Gli altri amici, inizialmente divertiti, iniziarono a sentire un brivido lungo la schiena.

Con il passare dei minuti, le stranezze si fecero più evidenti. Un quadro si inclinò leggermente, poi tornò nella sua posizione originale. Un candelabro si spense da solo, nonostante fosse ben fermo. E poi ci furono i rumori: passi leggeri provenienti dal piano di sopra, un gemito soffocato che sembrava provenire dalla cantina.

L’atmosfera si fece pesante. Gli amici scambiarono sguardi preoccupati. Anna, la più scettica del gruppo, cercò di sdrammatizzare, ma la sua voce tremava.

“È solo il vento,” disse, cercando di convincere se stessa quanto gli altri.

Ma il vento non poteva spiegare la sensazione di essere osservati, di non essere soli in quella stanza. Ognuno di loro sentiva un nodo allo stomaco, un’angoscia crescente.

Durante il dessert, una delle candele si accese da sola, puntando dritto verso un ritratto appeso alla parete. Nel dipinto, un uomo dagli occhi neri come la pece fissava i commensali con uno sguardo penetrante. All’improvviso, il ritratto si mosse, come se l’uomo dipinto stesse cercando di scendere dal quadro.

Un urlo straziante squarciò il silenzio. Gli amici si alzarono di scatto, pronti a fuggire. Ma la porta d’ingresso era bloccata. Le finestre erano oscurate da pesanti tende. Erano intrappolati.

Terrorizzati, si strinsero l’uno all’altro, cercando conforto in quella situazione disperata. Fu in quel momento che sentirono una voce, bassa e gutturale, provenire dalle tenebre: “Benvenuti nella mia casa.”

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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