Astronauti: una band che conquista con la sua semplicità. Tra musica, autenticità e individualità
Astronauti, da Napoli a suon di musica, ci raccontano in esclusiva il loro nuovo singolo, “Unici”, da venerdì 8 marzo 2024 in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 febbraio.
Qual è stata l’ispirazione dietro il vostro nuovo singolo “Unici”? C’è un aneddoto o un’esperienza personale che ha influenzato la creazione di questa canzone?
Avevamo l’esigenza di far ascoltare qualcosa di nuovo al nostro pubblico, qualcosa che ci rappresentasse davvero. Abbiamo invitato il nostro cantante Antonello a lasciarsi andare, a credere in se stesso e a rimettersi a scrivere dopo anni dal suo ultimo album di inediti. Si è presentato con questa canzone, con questo titolo così semplice e diretto. Ci siamo guardati e abbiamo detto : “ ecco… questi sono gli Astronauti”
Avete descritto “Unici” come un brano che celebra l’individualità e l’autenticità. Come sperate che questa canzone influenzi il vostro pubblico e la loro percezione di sé stessi?
Non ci siamo posti questa domanda. La nostra musica non è scritta a tavolino, non è pensata per diventare un tormentone o per arrivare a tutti e tantomeno ci aspettiamo di influenzare qualcuno. Ma vedi, la gente si accorge quando una canzone ha un anima. Se sei vero in quello che dici, le persone si immedesimano, si emozionano e il messaggio arriva forte e chiaro. In fondo la magia della musica e questo no?
Nel vostro percorso musicale, avete attraversato diverse fasi e cambiamenti nella formazione della band. Come avete gestito questi cambiamenti e in che modo hanno contribuito alla vostra evoluzione artistica?
I cambiamenti sono fondamentali e fanno parte della vita di ognuno di noi.Ogni musicista che in questi 10 anni è entrato nella nostra band ,anche per poco, ha lasciato qualcosa di importante che ci ha aiutati a migliorare, a sperimentare e ad evolverci. Ci siamo rimboccati le maniche più volte perché ad ogni uscita/ingresso di qualcuno, bisognava un po’ ricominciare da capo. Ma la fine abbiamo trovato il nostro equilibrio, e anche se siamo diversi, abbiamo imparato a guardare tutti nella stessa direzione.
Avete avuto esperienze significative, come la partecipazione a festival e concorsi, che hanno plasmato la vostra carriera. Qual è stata la lezione più importante che avete imparato da queste esperienze e come vi hanno aiutato a crescere come artisti?
Per anni ci siamo fatti le ossa nei locali e nei club per far ascoltare la nostra musica, combattendo contro i pregiudizi dei direttori artistici che ci snobbavano perché facevamo musica italiana e non eravamo una tribute band. Poi sono arrivate le partecipazioni ad alcuni festival e abbiamo scoperto un altro mondo. Abbiamo conosciuto cantanti famosi, musicisti e direttori d’orchestra , di fronte alla quale ti senti piccolo piccolo eppure sono loro i primi a stringerti la mano e a farti i complimenti con un’umiltà disarmante. Abbiamo capito che era quello il modo di vivere la musica, con semplicità e umiltà.