C’è un vecchio rifugio nel bosco, nascosto tra gli alberi come se volesse nascondersi dal mondo esterno. Nessuno sa chi lo abbia costruito o perché sia stato abbandonato, ma è lì, silenzioso e decadente, con le sue pareti di legno marcio e il tetto ricoperto di muschio.
Un giorno, incuriosito dalla sua presenza, decisi di esplorarlo. Mi addentrai nel fitto del bosco, seguendo un sentiero appena visibile, finché non lo scorsi tra gli alberi. Sembrava invitante, con la sua atmosfera di mistero e promesse di scoperte.
Entrai con cautela, il pavimento scricchiolava sotto i miei passi e il freddo dell’umidità mi penetrava nelle ossa. Le pareti erano graffiate e scolorite, come se avessero visto cose terribili, e l’aria pesante del rifugio sembrava soffocante.
Continuai ad avanzare, seguendo il labirinto di corridoi bui, finché non arrivai in una stanza al centro del rifugio. Al centro della stanza c’era un vecchio tavolo di legno e su di esso trovai un libro polveroso. Era un antico tomo con pagine ingiallite e un titolo illeggibile.
Curioso, iniziai a sfogliarlo. Le pagine erano piene di strani disegni e simboli indecifrabili. Mentre lo esaminavo, sentii una presenza intorno a me, come se qualcuno mi osservasse. Mi voltai di scatto, ma non c’era nessuno.
Decisi di lasciare il rifugio, sentivo che non ero solo. Mentre mi allontanavo, le ombre sembravano allungarsi e il bosco sembrava più cupo di prima. Quando finalmente raggiunsi la luce del giorno, mi voltai a guardare il rifugio.
Fu allora che lo vidi: un’ombra sfuggente tra gli alberi, dagli occhi rossi come brace ardente. Mi fissava con una fame antica e terribile. Senza pensarci due volte, corsi via nel bosco, il cuore in gola e il terrore che mi stringeva l’anima.
Da allora, non ho mai più osato avvicinarmi al rifugio nel bosco. Ma di notte, quando il vento ulula tra gli alberi e le ombre danzano nella penombra, sento ancora la sua presenza, aleggiante nell’aria come un ricordo maledetto.
Giuseppe Gallo©2024 – RIPRODUZIONE RISERVATA