Andrea Campi, in arte CAMPI, è un cantautore ed autore bolognese classe ’97. Inizia il suo percorso artistico molto presto appassionandosi alla chitarra, canto, pianoforte e scrittura. Si laurea in Lettere Moderne con una tesi sull’onomatopea nei testi della canzone.
Nel 2023 pubblica per Arcana edizioni il suo primo libro intitolato “Da Tapum a Skrt: l’onomatopea nella canzone italiana”.
In seguito si trasferisce a Milano ed inizia ad affiancarsi a numerosi artisti e produttori con cui collabora in veste di autore. Parallelamente lavora al suo progetto solista affiancato dai musicisti e produttori Pietro Posani e Marco Paganelli.
A dicembre 2022 viene pubblicato il suo primo album “Un Ballo Di Altalene” per UMA records/ Trasporti Eccezionali e distribuito da Sony Music Italy, che inizia a proporre al pubblico in diversi festival e concerti.
Nel 2023 è risultato vincitore del primo premio assoluto SIAE e del premio “Humilis” per il miglior testo assegnato da Beppe Dati al “Proscenium festival” di Assisi. E’ anche vincitore del primo premio al “Festival Via Emilia” e finalista al concorso “L’artista che non c’era”.
Il suo stile mescola sapori vintage e sound contemporaneo a melodie incisive dove i testi galleggiano in primo piano.
Qui di seguito l’intervista:
1. Aprirai l’ultima data del nuovo tour di Vasco Rossi allo Stadio San Siro. Quali sono le emozioni e le aspettative per questo evento straordinario, soprattutto considerando che il primo concerto a cui hai assistito è stato proprio di Vasco?
CAMPI: Più si avvicina la data e più cerco di immaginarmi come sarà e le emozioni si mescolano tra loro.
Il grande palco di San Siro davanti al Grande pubblico di Vasco è una opportunità fantastica per far conoscere la mia musica.
Si, il primo concerto che ho visto è stato proprio di Vasco, accompagnato da mia madre che lo ascolta dai suoi esordi.
Conoscevo poche canzoni ma sono stato travolto subito dalla sua energia e da quella del pubblico.
È stata un’esperienza che mi ha ricordato qualcosa di trascendente: tutti cantavano in coro ogni singola parola con un coinvolgimento impressionante.
Sono diventato subito fan.
Ecco: sarebbe davvero bello potersi contagiare, mixando le nostre emozioni e la carica di suonare insieme dal vivo con quelle del pubblico, che spero molto si lasci coinvolgere dalle canzoni scelte dal mio album ‘Un Ballo Di Altalene’.
2. Hai vinto il concorso “Zocca Paese della Musica” che ti ha dato questa incredibile opportunità. Puoi raccontarci come è stata l’esperienza di partecipare a questo festival e come ha influenzato la tua carriera musicale?
CAMPI: Intanto ringrazio Zocca per questa iniziativa che oltre ad essere una grande opportunità è una emozione esplosiva.
Ho partecipato al festival con grande entusiasmo mettendomi in gioco tra gruppi per lo più rock sapendo che la mia musica non lo era.
Ma non ha influito assolutamente: c’era un bellissimo clima.
È molto bello che Vasco insieme al comune di Zocca abbiano deciso di dare un’opportunità del genere ad artisti che vogliono farsi conoscere, premiando la musica suonata e consentendo ai vincitori di esibirsi davanti a un pubblico simile.
Ora non mi resta che incrociare le dita, sperare che qualcuno il 20 giugno apprezzi la mia musica e magari più di qualcuno per continuare con ancora più entusiasmo il mio percorso artistico.
Non vedo l’ora di farvi sentire nuove canzoni!
3. Il tuo primo album “Un Ballo di Altalene” combina elementi vintage con suoni contemporanei. Quali sono le tue principali influenze musicali e come riesci a mescolare questi diversi elementi nel tuo stile?
CAMPI: Inevitabilmente il mio modo di fare musica è stato influenzato dalla cultura e dall’atmosfera che si respira nella mia città: il principale riferimenti con cui sono cresciuto è infatti la scuola bolognese di Dalla, Cremonini, Bersani, Carboni.
Oltre a questi riferimenti ho sempre ascoltato musica di tutti i generi, mosso da una grande passione.
In più parallelamente al mio progetto solista ho collaborato come autore con moltissimi artisti, contaminandomi con stili e visioni molto diverse tra loro.
Questo mi permette sempre di essere curioso ed aggiornato su tutto quello che accade nel mondo della musica italiana ed internazionale e inconsciamente di prendere quello che mi stimola di più e riversarlo all’interno delle mie canzoni.
Credo che proprio mescolare tanti ascolti così variegati e filtrarli attraverso la propria sensibilità sia la formula migliore per creare qualcosa di originale.
4. Nel 2023, hai pubblicato un libro sull’onomatopea nella canzone italiana e hai vinto diversi premi per i tuoi testi. Come si è sviluppata la tua passione per la scrittura e in che modo l’onomatopea arricchisce il tuo processo creativo?
CAMPI: Mi è sempre piaciuto ascoltare storie e poi inventarne.
Alle elementari erano temi di fantasia “familiare” che creavano qualche problema con i miei a casa.
Insomma qualche invenzione pittoresca.
È sempre stato il mio modo di evadere dalla realtà.
Al liceo è diventata una passione nonostante fosse uno scientifico, perchè fu chiaro presto che con i numeri non vado d’accordo: quantità e strutture non fanno per me.
Ho scelto poi Lettere moderne.
La musica però c’è sempre stata.
E così ascoltando la trap mi sono accorto di alcuni suoni ricorrenti: lo ‘SKRT’ per esempio, che richiama lo sgommare di un macchinone di lusso sull’asfalto.
Dovendo fare la tesi ho pensato di cercare le onomatopee (suoni che richiamano altri suoni) nelle canzoni, arrivando a sostenere che questo espediente è un immaginario filo rosso che attraversa le canzoni guidandoci tra storie e tempi diversi.
Diciamo che l’onomatopea non la uso spesso nei miei testi, ma mi ha arricchito l’analisi che ho fatto dovendo ascoltare tantissimi brani, alcuni dei quali forse non avrei mai cercato, come per esempio il canto patriottico della prima guerra mondiale “Tapum’, suono che richiama quello del Mannlicher 95, il temibile fucile austriaco a lunga gittata.
Grazie poi ad Arcana edizioni la tesi è diventata un libro alla ricerca dell’onomatopea fino ai nostri giorni chiudendo con Splash, di Colapesce e Dimartino, al Festival di Sanremo 2023.
Vasco naturalmente non poteva mancare: anche lui è presente nel libro.