Chi ha ucciso Mino Pecorelli? Il giornalista scomodo ancora cerca giustizia dopo 40 anni.
Roma, 20 marzo 1979 – Era il giorno in cui Mino Pecorelli, direttore del settimanale “OP”, veniva assassinato a colpi di pistola mentre usciva dalla redazione. Un delitto efferato che ha scosso l’Italia e che ancora oggi, a distanza di oltre 40 anni, resta avvolto nel mistero.
Un giornalista scomodo
Pecorelli era un giornalista scomodo, noto per le sue inchieste giornalistiche che spesso toccavano i poteri forti. Dalle trame oscure della politica italiana ai rapporti tra mafia e imprenditoria, Pecorelli non aveva paura di mettere il naso in faccende delicate.
Le piste investigative
Nel corso degli anni, le indagini sull’omicidio Pecorelli hanno seguito diverse piste investigative. Si è ipotizzato un coinvolgimento della mafia, dei servizi segreti, e persino di esponenti di spicco della politica italiana. Tra i nomi più gettonati, quello di Giulio Andreotti, con cui Pecorelli aveva avuto un acceso scontro giornalistico.
La condanna di Andreotti e l’assoluzione in Cassazione
Nel 2003, Andreotti fu condannato in secondo grado a 24 anni di carcere per l’omicidio Pecorelli. Tuttavia, la Cassazione annullò la condanna nel 2007, assolvendo Andreotti per insufficienza di prove.
Il caso ancora aperto
Nonostante le condanne di alcuni esecutori materiali, il mandante e il movente dell’omicidio Pecorelli non sono mai stati definitivamente chiariti. Il caso rimane uno dei più oscuri e controversi della storia d’Italia, simbolo di un’epoca in cui il giornalismo d’inchiesta pagava un prezzo alto.
Perché è importante ricordare Mino Pecorelli
A quarant’anni dall’omicidio, la figura di Mino Pecorelli e la sua sete di verità meritano di essere ricordate. Il suo coraggio e la sua tenacia rappresentano un monito per tutti coloro che combattono per la libertà di informazione e per una giustizia che sia davvero tale.