Urban Cairo: “Dysphoria” e il nostro Super-FUzZ tra luci, specchi e introspezione sonora

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Gli Urban Cairo ci raccontano in esclusiva il loro nuovo singolo “Dysphoria”.

Il vostro nuovo singolo “Dysphoria” affronta temi complessi come le incomprensioni nelle relazioni umane. Come avete tradotto queste emozioni contrastanti in musica e quale è stata la sfida principale nel farlo?

Non è stata una sfida piuttosto un flusso di coscienza creativa generata dal nostro stato d’animo di quel periodo e dalla necessità di buttare fuori quello che avevamo dentro attraverso un suono che speriamo possa stimolare quante più emozioni possibili e contrastanti.

Il videoclip di “Dysphoria”, diretto da Marc Sirito, esplora un umore mutevole e carico di emozioni. Potete raccontarci di più sulla realizzazione del video e su come avete scelto di rappresentare visivamente il concetto di disforia?

Abbiamo cercato di rappresentare la disforia attraverso un gioco di luci e specchi immagini riflesse che distorcevano la realtà proprio come accade nelle nostre menti.

Il vostro stile musicale combina elementi di shoegaze, post hardcore, e garage rock. In che modo queste influenze si riflettono nel vostro nuovo singolo e come avete lavorato per fondere questi generi nel vostro sound unico?

In realtà ci siamo resi conto a posteriori che quello che avevamo fatto aveva portato ad avere una nostra identità sonora e non è stato un processo studiato ma semplicemente è venuto da se mettendo ognuno le proprie influenze e facendo quello che ci sentiamo di fare in quel momento. Ci piace definire il nostro sound Super-FUzZ perché non ci sentiamo legati a nessun genere.

Con “Dysphoria” anticipate l’uscita del vostro secondo album. Potete darci qualche anticipazione su cosa possiamo aspettarci dal nuovo disco in termini di temi, sonorità e direzione artistica rispetto al vostro album di debutto “Nowhere in Particular”?

 La direzione artistica è tutta farina del nostro sacco. Il nostro secondo disco rispetto al precedente si può notare una certa maturità e sicurezza nei nostri mezzi, in realtà è stata un’evoluzione naturale del lavoro precedente.

Giuseppe Gallo

Giuseppe Gallo

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